Scandalo Fifa, gli sponsor scaricano Blatter. McDonald's e Coca Cola: «Si dimetta ora»

Scandalo Fifa, gli sponsor scaricano Blatter. McDonald's e Coca Cola: «Si dimetta ora»
Fuoco alle polveri, appiccato direttamente da chi fornisce da sempre l'artiglieria che ha sostenuto la crescita della Fifa e la redditività astronomica del suo evento...

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Fuoco alle polveri, appiccato direttamente da chi fornisce da sempre l'artiglieria che ha sostenuto la crescita della Fifa e la redditività astronomica del suo evento principe, i Mondiali di calcio. McDonald's e Coca Cola rompono gli indugi e chiedono apertamente le dimissioni immediate di Sepp Blatter da presidente della Fifa. Dunque, dopo l'inchiesta della magistratura elvetica che ha ufficialmente indagato il presidentissimo per appropriazione indebita e gestione fraudolenta, ora tocca a due tra gli sponsor più munifici aumentare la pressione sul massimo organo del calcio mondiale per un cambiamento. Per prima interviene Coca Cola, con un durissimo comunicato stampa: "Ogni giorno che passa l'immagine e la reputazione della Fifa continuano a essere sporcate. La Fifa ha bisogno di una riforma urgente e totale e questa può essere realizzata soltanto attraverso un approccio indipendente: per il bene del calcio, la Coca-Cola chiede al presidente di rilasciare le dimissioni immediatamente affinché possa cominciare un processo di riforma credibile e serio".


Nel giro di qualche ora, è il turno anche di McDonald's: "Gli eventi delle ultime settimane hanno continuato a peggiorare la reputazione della Fifa e la fiducia della gente nei suoi leader". In serata poi si aggregano anche Visa e Budweiser, ma il filo conduttore della contestazione è il medesimo, lo stallo innescato dallo stesso Blatter, che il 2 giugno scorso aveva annunciato le sue dimissioni mentre a luglio ha comunicato la data delle nuove elezioni, fissate per la data lontana del 26 febbraio, il tutto senza un cenno di rottura col passato, mantenendo intatto il suo controllo sulla struttura Fifa e addirittura ventilando l'ipotesi di una sua ricandidatura. "Non ho commesso nulla di illegale", queste le sue ultime dichiarazioni, che evidentemente gli sponsor non hanno avuto più un modo presentabile per sponsorizzare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero