Sta diventando la Fiorentina dei pareggi, tre in sequenza, Europa league compresa, mentre sino alla scorsa domenica aveva solo vinto (spesso) o perso. Il primo quarto di gara è...
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Il pareggio arriva al 42’, con Floccari, su angolo battuto corto e cross di Vrsaljko. “E’ la stanchezza - spiega Paulo Sousa - ad averci impedito di chiudere tempestivamente. Abbiamo subito 4 degli ultimi 5 gol su calcio piazzato, ma non c’è un problema difensivo: gli impegni ravvicinati levano lucidità, fanno arrivare magari in leggero ritardo, ma le posizioni restano giuste”.
Il secondo tempo è molto più neroverde, con solo un paio di occasioni per la Fiorentina, mentre il Sassuolo quasi sfonda, con 5 opportunità. Sansone però non crede su una palla buona e Defrel arriva male su un cross invitante, vicino alla porta. “In realtà - obietta Di Francesco -, siamo stati in difficoltà solo per un quarto d’ora. Capita di giocare dal basso e di sbagliare tanto. Poi siamo venuti fuori, con i terzini pronti a salire, senza paura. Contro una grande squadra ci vuole coraggio, in tutti i sensi”.
I trequartisti toscani nel secondo tempo si sono persi, assieme a Vecino, e anche Borja Valero è sceso di rendimento. “A me piace Bernardeschi - obietta il tecnico di casa - e alla fine gli ho persino chiesto la maglia”. La Fiorentina aveva cominciato alla grande, a Reggio aveva vinto nelle scorse stagioni, con gol di Pepito Rossi e un anno fa di Salah e Babacar. “Dalla mezz’ora - analizza Sousa - sono uscite la capacità e la freschezza dell’avversaria. Siamo tornati a spingere negli ultimi minuti. La buona interpretazione c’è stata, la stanchezza ci ha impedito di ragionare”. Il capocannoniere Kalinic è entrato solo al 55’, senza incidere tanto.
“E’ la squadra che dev’essere la madre e il padre di tutte le partite. Credo in Giuseppe Rossi, dobbiamo aiutarlo a ritrovare i suoi colpi, di talento. Servono tempo, coraggio e perseverenza”. Sousa si ispira allo scrittore portoghese Fernando Pessoa e per mezz’ora aveva veramente tradotto sul campo le sue poesie. “In tutte le parole metteva emozione e sentimento, noi cerchiamo la stessa cosa, giocando, e già tantissime volte ci siamo riusciti. Qui occorreva solo prolungare il minutaggio positivo, il controllo della manovra e le accelerazioni. Cerchiamo di andare sempre avanti, in tutto quanto facciamo ci spinge l’emozione, del resto davanti abbiamo traguardi bellissimi”. Da dedicare ai 2mila arrivati da Firenze.
“Vogliamo fare emozionare sempre più i tifosi, numerosi anche di lunedì.
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Il Messaggero