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Hasta la victoria, il comandante Sarri mette il turbo in panchina. Guai a farlo finire in testacoda, oggi Lotito deve sciogliere ogni riserva e regalargli la firma. Tare è in pressing, gli ha già spianato la strada, ma il presidente deciderà anche in base all’alchimia. E’ titubante sulla personalità di Sarri, sa che a uno come lui nello spogliatoio dovrà sempre lasciare carta bianca senza nessuna ingerenza. In più dovrà in parte rivoluzionare la squadra, confidando in qualche plusvalenza (vedi Lazzari). Nel primo (forse anche ultimo) e decisivo faccia a faccia andrà sciolta pure ogni questione economica, in parte già limata nella giornata di festa. Questa l’ultima offerta verbale a ieri sera: due stagioni e opzione per la terza, con una base fissa alzata a 2,8 milioni più premi legati ai 20 successi (300mila), piazzamento Champions (500mila) e scudetto (un milione) come parte accessoria. Già questa mossa al rialzo fa pensare a una schiarita per far rientrare il fastidio provocato a Sarri, dopo l’incontro con Vitor Pereira. Doveva restare segreto il colloquio di tre ore di martedì sera, la notizia ha rischiato di creare una crisi diplomatica. Maurizio è stato tranquillizzato da Lotito e Tare di essere la prima scelta, ma ora bisogna fare in fretta e chiudere la telenovela.
SOLDI E SQUADRA
Non gradisce più quest’attesa, Sarri ha già dato tutta la sua disponibilità. Ha parlato con Tare della squadra, ha condiviso il progetto e non ha chiesto la luna. Gli piace parte della rosa, porterebbe 5-6 elementi del suo staff a Roma. Per carità, per Lotito sarebbe comunque un’operazione (solo a livello tecnico da 25 milioni di euro lordi) dispendiosa come mai, ma necessaria per un’ulteriore crescita. Già con Inzaghi l’aveva promessa, non può tirarsi indietro proprio ora. Anche perché lui stesso non fa che ripetere che la panchina adesso passa solo dai curricula: aver vinto è l’unica cosa che conta. Su questo vuole accontentare la piazza in ansia. Dunque fuori anche Italiano dalla lista: ieri ha firmato il rinnovo sino al 2023 con lo Spezia. Restano sulla bocca del presidente Villas Boas e il suo ex vice Vitor Pereira. Non piace Benitez, l’ex Conceicao è una tentazione ormai proibita: guadagna troppo ed è pronto a restare al Porto per giocarsi ancora la Champions la prossima annata. Pirlo ha vinto tanto in regia, ma da allenatore gli serve ancora la gavetta e tanta esperienza: sarebbe perfetto per restare col 3-5-2, ma resta un’incognita per Lotito. Come gli ex Nesta e Liverani, l’ultimo nome emerso nella margherita ormai quasi spoglia.
TUTTA LA VERITÀ
E’ il momento di una bella scossa.
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Il Messaggero