La nuova vita di Maurizio che non tollerava la Juve

La nuova vita di Maurizio che non tollerava la Juve
 La classe operaia va in paradiso. L’allenatore con la tuta approdando alla Juventus compie il tragitto netto: raggiunge il gradino più alto del calcio italiano...

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 La classe operaia va in paradiso. L’allenatore con la tuta approdando alla Juventus compie il tragitto netto: raggiunge il gradino più alto del calcio italiano dopo essere partito da quello più basso. Non c’è altro modo per raccontare la carriera di Sarri cominciata sulla panchina dello Stia, Seconda categoria toscana. Era il 1990, curiosamente l’anno in cui la Juve decise di affidarsi al calcio-champagne di Gigi Maifredi. Bollicine che evaporarono subito.

CAMALEONTE
Non bisogna però eccedere col romanticismo. Il Sarri elegantissimo visto ieri all’Allianz Stadium, non è più l’ex bancario che fra un estratto conto e l’altro disegnava soluzioni tattiche per vincere l’Eccellenza toscana. Non è nemmeno quello che portò l’Empoli in serie A esaltando bomber Maccarone e le geometrie di Valdifiori, o il Sarri che con il Napoli dei “nani” Insigne-Mertens-Callejon ha rischiato di interrompere il dominio juventino. Il segreto del tecnico toscano è stato proprio quello di adattare il “sarrismo” alle realtà nelle quali si è calato. È successo anche a Londra dove, pur non uscendo praticamente mai da Cobham dove c’è il centro sportivo del Chelsea, si è adeguato a ritmi e stile della Premier League. Nessuno lo ha mai sentito lamentarsi dei calendari, come invece fece a Napoli: «La Juve ha gare abbastanza abbordabili. Penso sia stato un errore mastodontico fatto dalla Lega, in alcune gare si poteva giocare in contemporanea o fare giocare prima noi...». E le frasi anti-Juve sono quelle che, oggi, gli rinfacciano i suoi ex tifosi e infastidiscono quelli nuovi: «Per ottenere un rigore bisogna avere la maglia a righe»; «Io alla Juve? Ci sono gli estremi per una querela»; «Tifare Juventus è un difetto», tanto per citarne alcune. Ma Sarri cambierà ancora. In tuta o in giacca e cravatta, non sarà più quello che diede del «finocchio» a Roberto Mancini o quello greve e volgare che insolentì una giornalista. Sa che lo aspettano tutti al varco. «Sta sempre in tuta, urla e bestemmia - ha detto il presidente del Napoli De Laurentiis -, vorrei proprio capire come si adeguerà allo stile della sua nuova squadra. Sarà bello vedere Ancelotti batterlo».
AUGURI IETTATORI

Napoli che, ieri, sulla sua pagina Facebook ha dedicato al suo ex allenatore il video di “auguri” raccolti fra i vicoli del centro. C’è chi gli augura di superare i 91 punti-record totalizzati con Insigne e compagni ma di arrivare secondo e chi, più perfidamente, auspica la sua vittoria in Europa League (il che significherebbe il fallimento in Champions). Giacca o tuta? Chissà. Sicuramente in panchina Sarri porterà con sé un corno anti malocchio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero