Sarri e il futuro: «Felice qui, voglio sapere se il Chelsea è contento di me»

Sarri e il futuro: «Felice qui, voglio sapere se il Chelsea è contento di me»
Maurizio Sarri non esclude un ritorno in Italia, e ammette - pur ricordando i due anni di contratto con il Chelsea - di essere lusingato dall'interessamento di Roma e...

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Maurizio Sarri non esclude un ritorno in Italia, e ammette - pur ricordando i due anni di contratto con il Chelsea - di essere lusingato dall'interessamento di Roma e Juventus. Secondo radio-mercato il tecnico del Chelsea è in cima ai desideri di diversi club italiani, pronti a riportarlo in Serie A dopo una sola stagione in Premier League. «Ma non ho avuto alcun contatto con altri club - la premessa di Sarri -. Il mio futuro è mercoledì prossimo (la finale di Europa League, ndr). Devo solo pensare questo, per il resto ho altri due anni di contratto con il Chelsea. Sono concentrato solo su questo, non posso sapere cosa succederà dopo». L'annata dei Blues può concludersi regalando a Sarri il primo trofeo in carriera.


Tra una settimana il Chelsea sfiderà l'Arsenal nella finale di Baku. Epilogo ideale di una stagione che il tecnico toscano - nonostante le moltissime critiche ricevute soprattutto negli ultimi mesi - ritiene comunque positiva. «Abbiamo disputato una buona stagione, caratterizzata anche da tante difficoltà - l'analisi di Sarri -. Abbiamo perso malamente 2 o 3 partite, ma abbiamo chiuso il campionato al terzo posto. Abbiamo raggiunto la finale di Coppa di Lega, e ora abbiamo l'opportunità di giocare la finale di Europa League. Vincendola, trasformeremmo una stagione molto buona in una stagione meravigliosa». Eppure la sua conferma sulla panchina del Chelsea, nonostante il contratto scada solo nel 2021, è tutt'altro che scontata. Tifosi e media premono per un cambio in panchina che favorisca il ritorno di una leggenda di Stamford Bridge, Frank Lampard.


«Personalmente sono felice di stare al Chelsea, ma voglio capire se anche la proprietà è soddisfatta di me - ha aggiunto Sarri -. Se non lo fosse, vorrei andarmene immediatamente. Ma non penso di giocarmi tutto in questa finale: non sarebbe corretto. O si è soddisfatti del mio lavoro o non lo si è». Ma al di là dei risultati, a sollevare dubbi e perplessità da parte dei tifosi, sfociate spesso in aperte contestazioni, è stato il gioco poco spettacolare e l'ostinazione tattica del tecnico toscano, incapace - almeno finora - di replicare a Londra il gioco spumeggiante proposto prima ad Empoli quindi a Napoli. Un pregiudizio respinto dall'interessato: «Il mio calcio può essere proposto anche in Inghilterra. Il Manchester City sono due anni che domina, giocando un calcio molto simile a quello che ho in mente io». Ma Pep Guardiola ha potuto contare sulla pazienza, almeno il primo anno, della sua dirigenza: difficile aspettarsi da Roman Abramovich la medesima condiscendenza.
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Il Messaggero