Un punto per uno non fa la felicità di nessuno. A Marassi, Muriel e Perisic confezionano l'1-1 finale tra Sampdoria e Inter. Recriminano i blucerchiati per le chance fallite...
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Situazione d'emergenza per entrambe le difese. Zenga non recupera nessuno dei lungodegenti e allora non può fare altro che confermare, in toto, il deludente reparto arretrato di Bergamo. Mancini non può disporre dello squalificato Miranda e rischia così Murillo, alle prese con una condizione fisica non perfetta. Rinviato l'esordio dal primo minuto di Cassano, perché Muriel stringe i denti e risponde presente, mentre Perisic inizia come trequartista ma ben presto, invece, lo si vede libero muoversi a sinistra.
L'Inter si trova subito di fronte una squadra ben organizzata e pronta a sfruttare, in velocità, ogni spazio lasciato libero. Avvio tambureggiante dei padroni di casa: nei primi 3 minuti, Handanovic salva su Soriano ma nulla potrebbe sulla successiva azione d'angolo. Corner di Correa, svetta molto bene Zukanovic. Illusione del gol per chi segue la partita dalla tribuna, il pallone esce d'un soffio. Il tiro a lato di Mesbah (9') e lo spettacolare intervento di Handanovic su tiro da fuori di Correa (12') possono far pensare a un Mancini sovrastato dall'amico Zenga ma in realtà, minuto dopo, gli ospiti cominciano a far valere il loro maggior tasso tecnico. Possesso palla e maggior fisicità a centrocampo, espressa in grande quantità da Felipe Melo, con la Samp obbligata a difendersi. Se per metà tempo i rischi corsi da Viviano, al di là dell'ordinaria amministrazione, sono praticamente nulli il fortino blucerchiato rischia di esser preso due volte prima da Palacio (25'), libero di colpire indisturbato a centro area (bravo Viviano), e poi da Guarin (30'), incapace di concretizzare una spaccata di Kondogbia.
E' un Inter che, però, non trova i giusti equilibri. Tosta da centrocampo in su, capace di tirar fuori la spada per contrastare la determinazione dei padroni di casa, ma tutt'altro che irreprensibile in fase difensiva. Santon e Telles, sulle fasce, soffrono tremendamente gli ispirati Soriano ed Eder, bravi a metter a ferro e fuoco gli ultimi 20 metri nerazzurri e fortuna vuole per Mancini che Correa, al 38', sbagli la più incredibile dei tap-in a due metri dalla porta con Handanovic ormai sdraiato dopo la prima prodezza.
Samp depressa dopo la grandissima occasione fallita? Nemmeno a parlarne... La ripresa inizia con un'Inter sempre monocorde, animata da un palleggio sterile e facilmente controllabile, e i blucerchiati, da generosi, diventano subito spietati. Al 6' il diciassettenne Pereira telecomanda il migliore dei palloni nell'area piccola per Muriel, lesto nel piombare al posto giusto e al momento giusto come un falco sulla preda. E' il quarto gol segnato ai nerazzurri, la squadra con cui il colombiano si sente maggiormente a suo agio.
L'Inter si fa sotto a testa bassa ma gli sbocchi per la manovra offensiva sono sempre tendenti a zero e Icardi risulta per lunghi tratti non pervenuto. Correa sente dolore all'inguine e allora Zenga lo sostituisce con Palombo. Mancini toglie Kondogbia e Palacio, puntando prima su Biabiany e poi su Manaj. La Samp, complice forse anche la stanchezza, commette l'errore di chiudersi e, al di là di un sinistro a incrociare di Muriel fuori di pochissimo, non riesce più a rendersi pericolosa in velocità. L'Inter guadagna metri e si affida più alle mischie che alla precisione dei suoi cecchini, oggi con le polveri abbastanza bagnate. Alla mezz'ora, su un'azione confusa, Icardi allunga per Perisic ed in spaccata il croato, più incisivo nella sua naturale posizione a sinistra, trafigge Viviano.
Zenga deve pure rinunciare alla velocità di Muriel, a corto di energie e rimpiazzato da Cassano, ma il forcing nerazzurro, conclusioni deboli o facilmente intuibili per Viviano a firma di Perisic, Melo e Manj, è vano e totalmente improduttivo.
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Il Messaggero