Liverpool, Salah: «Real esperto ma si gioca 11 contro 11»

Liverpool, Salah: «Real esperto ma si gioca 11 contro 11»
Chissà quanti voti prenderebbe Mohamed Salah se sabato sera...

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Chissà quanti voti prenderebbe Mohamed Salah se sabato sera riuscisse a diventare il primo giocatore egiziano a vincere la Champions League. Alle presidenziali dello scorso marzo oltre un milione di connazionali annullò la scheda scrivendo il suo nome, ma c'è da scommettere che se a Kiev alzerà la coppa in faccia al Real Madrid un pensierino alla guida del paese potrebbe farlo davvero. L'ostacolo sulla strada sua e del Liverpool è, appunto, il Real. E che sia durissimo, l'attaccante lo sa bene: «È il club che ha vinto la coppa più volte di tutti. Tre negli ultimi quattro anni, quindi hanno molta esperienza. Questa però è una partita secca, dovremo concentrarci e non pensare a nulla del passato. Quando scendi in campo, si gioca in 11 contro 11» sottolinea in un'intervista al sito dell'Uefa. Jurgen Klopp è l'allenatore venuto dalla Germania che ha riportato i 'Reds' in finale di Champions 11 anni dopo quella persa con il Milan. Premesso che «naturalmente si fa ciò che chiede», «lui ti dà la libertà di giocare col tuo stile - lo descrive Salah - Ai calciatori trasmette sempre la sicurezza di poter fare ciò che vogliono in campo, e questo aiuta. È la sua forza, ma non vale solo per me. Tutti hanno fiducia e questo è il motivo per il quale segniamo così tanti gol. Lui non è solo amico mio, ma di tutti in squadra». Un legame che coinvolge gran parte della rosa: «La maggior parte di noi cena insieme o passa comunque del tempo insieme e questo ci aiuta durante le partite. Siamo vicini l'uno con l'altro. Siamo cresciuti come gruppo, specialmente negli ultimi mesi». Zinedine Zidane (tecnico del Real), Francesco Totti, il brasiliano Ronaldo «sono i miei idoli dell'infanzia» racconta ancora Salah, che a Roma ha condiviso «due grandi stagioni» con il 'capitanò giallorosso: «Tutti mi dicevano di rimanere, ma io avevo in mente di andare in Inghilterra ed avere successo lì». Con Firmino e Manè, forma un trio d'attacco temibile per qualsiasi difesa: «Non importa chi segna. Vincere e conquistare punti è la cosa più importante per noi. Io ho fatto dieci gol in Champions, Sadio Manè nove, Firmino dieci. Nessuno di noi è egoista o pensa solo a fare gol. Cerchiamo di aiutarci».
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Il Messaggero