Il terremoto è arrivato. Come previsto. Passano nemmeno 24 ore dalla notizia del cambiamento della governance di Sport e Salute, previsto dal decreto Milleproroghe oggi...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE --> Coni, Sabelli: «La riforma non sia un gioco sterile in orizzontale». Malagò: «Se sport e un modello perchè stravolgerlo»
«Le significative modifiche» alla governance «proposte con l’art. 29 dello schema di decreto legge recante “Disposizioni organizzative urgenti e proroghe di termini previsti da disposizioni legislative in scadenza” – si legge nella lettera inviata a Gualtieri - prefigurano il venire meno di uno dei presupposti fondamentali che mi avevano indotto a offrire al governo la mia disponibilità a guidare la società, chiamata dalla legge 145/2018 a implementare la Riforma dello sport italiano, cui la stessa legge ambisce». Il riferimento è – nelle parole di Sabelli – alla «visione diversa della Riforma da quella originariamente prospettata» e alla convinzione che le modifiche alla governance proposte «siano scaturite anche da una sintonia con l’attuale ministro Spadafora mai nata e, credo, difficilmente possibile in futuro per evidenti e sperimentate diversità di cultura, linguaggio e metodi». Dura la stoccata finale al ministro che lascia scivolare la polemica. «Ringrazio Sabelli - scrive in una nota Spadafora - Andremo avanti con equilibrio, condivisione ed efficacia, per portare a termine gli impegni finora assunti e proseguire nel lavoro di attuazione della riforma dello sport».
Sabelli, come prevedibile, non ha gradito l’idea del governo di separare le cariche di presidente e ad, attribuendo a quest’ultimo le deleghe di gestione. Né è piaciuto l’allargamento del Cda di Sport e Salute da tre a cinque membri con la nomina del presidente assegnata al ministero dell’Economia, quella dell’ad e di un altro componente al dicastero dello Sport, con i due restanti consiglieri scelti, uno a testa, dal ministero della Salute e dell’Istruzione. Quel che è certo è che il dietrofront di Sabelli non ha spiazzato praticamente nessuno. Da Chimenti (golf) a Barelli (nuoto), da Scarso (scherma) ad Abbagnale (canottaggio), è tutto un coro di «era scritto». Con Binaghi (tennis) che parla di una «brutta giornata per lo sport italiano» .
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero