Alle ore 17 italiane, le 18 di Mosca, parte il 21° campionato del mondo: al Luzhniki Stadium, lo stadio della nazionale di Putin e dello Spartak, la Russia, chiamata ad...
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FLOP AZZURRO
Non c’è l’Italia. E lo sappiamo da novembre, dopo il fallimento nei playoff contro la Svezia finiti senza riuscire a segnare nemmeno una rete al portiere Olsen. Manca anche l’Olanda che solo 8 anni fa arrivò in finale contro la Spagna a Johannesburg. Le altre big non hanno, invece, fatto cilecca. E in fondo al mondiale arrivano spesso loro. E sono sempre le stesse: il Brasile che ha già vinto cinque volte il trofeo, l’Argentina, la Germania campione del mondo in carica e la Spagna che ha frenato solo nell’ultimo Europeo. Da non snobbare nemmeno la Francia che, da vice campione d’Europa, ha la chance di ribaltare il pronostico.
SFIDA AL RIBASSO
Il ruolo dell’Arabia Saudita (alla quinta partecipazione alla fase finale), battuta da Mancini a San Gallo lo scorso 28 maggio nel giorno del suo debutto sulla panchina azzurra, è inedito: mai una nazionale asiatica ha aperto un mondiale. Lo farà quella allenata da Pizzi nel pomeriggio contro la Russia di Čerčesov. E si presenterà con il 4-2-3-1 sicuramente prudente che prevede in attacco solo Al-Sahlawi, rimasto in panchina contro l’Italia. E’ lui la stella saudita: il centravanti dell’ Al-Nasr, 31 anni, ha relaizzato 16 gol nelle 14 gare delle qualificazioni. E, per abituarsi al calcio internazionale, è andato ad allenarsi con lo United. Anche il ct sovietico Cherchesov non vuole rischiare al debutto: confermato il 3-5-2. Nella lista dei 23 convocati solo 2 giocatori non giocano in club russi: il portiere di scorta Gabulov e il centrocampista rispettivamente tesserati con il Bruge e il Villarreal.
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Il Messaggero