dal nostro inviato LONDRA L’indicibile è stato detto, l’impensabile è diventato realtà: 13-33, crolla la Fortezza...
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LONDRA L’indicibile è stato detto, l’impensabile è diventato realtà: 13-33, crolla la Fortezza dell’Impero di Sua Maestà) violata dall’Australia come nella finale mondiale del 1991, perché quella di Twickenham era davvero un’altra finale, anticipata rispetto a quella del 31 ottobre in cui non ci sarà l’Inghilterra, come riecheggia con sgomento nei quattro angoli del regno di Ovalia. La coppa del mondo prosegue senza i padroni di casa, gli inventori del rugby, i protagonisti di un gigantesco movimento con un milione e mezzo di praticanti. Mai accaduto che gli organizzatori uscissero nella prima fase: ci verrà tempo per farsene una ragione, ma l’Australia orchestrata da un fenomenale ”Iceman” Foley (suoi 28 punti, con 2 mete di cui una alla Campese, oltre a quella di Giteau nel finale impietoso) ha sempre tenuto sotto gli ex padroni coloniali. Per gli inglesi, sotto 3-17 al thé, solo la meta tardiva di Watson e due penalty di Farrell per una fiammata a metà della ripresa che non ha ingannato nessuno. Chissà quante birre, nella notte, a Cardiff. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero