Rugby World Cup, All Blacks a passeggio con la Namibia, nuovo record di Richie McCaw

Rugby World Cup, All Blacks a passeggio con la Namibia, nuovo record di Richie McCaw
dal nostro inviato LONDRA Nove mete a una ovvero 58-14 ovvero poco più di un allenamento guidato quello inscenato dagli All Blacks contro la Namibia all'Olimpic Stadium di...

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LONDRA Nove mete a una ovvero 58-14 ovvero poco più di un allenamento guidato quello inscenato dagli All Blacks contro la Namibia all'Olimpic Stadium di Londra davanti a 55mila fedeli. Anzi anzi poteva pure andare peggio ai namibiani che dalla ventesima posizione del ranking internazionale hanno affrontato con buon piglio i primi della classe. Era il testacoda più esasperato di questo mondiale e per quasi tutto il match gli All Blacks hanno giocato con il freno a mano tirato: quando lo toglievano era subito meta.

Sei errori alla mano dei neozelandesi hanno anche testimoniato la relativamente bassa intensità del loro gioco (che parlando di Nuova Zelanda, eh, è sempre ragguardevole) in cui ha tuttavia brillato la giovane ala Milner-Skudder, due mete e un assist da urlo, nominato man of the match. Questo ragazzo strappato al rugby a 13 ha due petardi al posto dei piedi ed è capace di accelerazioni micidiali anche slalomando fra gli avversarsi.
Insomma, c'era chi si attendeva il primo "centone" dei Mondiali, ma anche per merito della Namibia lo score non si allargato come previsto: "solo" 34-9 all'intervallo, con la ripresa che ha incorniciato due discreti eventi: il primo - imprevisto - rappresentato da una meta del namibiano Deysel che avrà così materiale da raccontare ai nipotini.

Il secondo - prevedibile ma sempre affascinante - materializzatosi quando è entrato in campo la riserva più blasonata della storia: il capitano Richie McCaw (34 anni e 144 caps, nessuno come lui) che sul petto ha adesso appuntata anche la medaglia del maggior numero di presenze ai Mondiali. Con 18 match ha strappato il record al suo predecessore Sean Fitzpatrick.

Dopo l'allenamento con i namibiani, alle loro altezze tutte nere, toccheranno altri due impicci per tenere caldi (caldini...) i muscoli: Georgia e Tonga. Poi, il 17 ottobre, ovvero quasi un mese dopo l'unico match per loro impegnativo nella poule iniziale, quello del 20 settembre con l'Argentina.


Dovrebbero incontrare, a occhio e croce, nei quarti di finale, la Francia, guardacaso la stessa rivale che nel 2007 li spedì ignominiosamente a casa nello stesso turno, al quale anche quella volta erano approdati faticando assai poco. Chissà. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero