Rudi Garcia: «Sarebbe bello tornare a Roma, ma ora voglio vincere con il Lione»

Rudi Garcia: «Sarebbe bello tornare a Roma, ma ora voglio vincere con il Lione»
«Sarebbe bello tornare a Roma, ma sto bene a Lione e voglio...

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«Sarebbe bello tornare a Roma, ma sto bene a Lione e voglio vincere qualcosa qui. Avere allenato un giocatore come Totti è stato un onore per me, con lui belle emozioni e ricordi piacevoli. Ho pianto come tutti quando si è ritirato, ma non mi è piaciuto come sono state preparate le cose per la sua ultima partita». Rudi Garcia rivive così, parlando a Sky Sport 24 in collegamento da Lione, l'esperienza giallorossa. «Sono fiero del percorso alla Roma, non ho rimpianti - aggiunge -. Il ricordo più bello? Forse il primo derby: festeggiare sotto la curva sud con i giocatori non era previsto, ma ricordo che De Rossi mi prese per mano e mi trascinò. Altra cosa bella avere incontrato la mia compagna Francesca. Roma è la storia: quando vai in giro è come se scoprissi la storia del mondo. Me la sono goduta tre anni. Roma non è solo il calcio, che in Italia è una religione, ma un modo di vivere». «Con i calciatori romani ho vissuto un bel rapporto: Totti, De Rossi, Florenzi sono la Roma, perché vengono dal vivaio. Non so quante altre volte accadrà che un giocatore, come per Totti, possa giocare in una sola squadra - rileva il francese -. Loro erano le bandiere, ma la storia può tornare con Lorenzo Pellegrini. Spero di poter incontrare la Roma in Champions». A proposito del rapporto con Daniele De Rossi, Garcia ha confessato di avere il rimpianto «di non averlo visto in Argentina». «Mi sono intristito - ha sottolineato - quando ha lasciato la Roma, ma ha fatto bene ad andare in Argentina. Ora ha le capacità e l'intelligenza per diventare un grande allenatore. Se un giorno allenerà la Roma? Perché no?». Sul ritorno a Torino da avversario, ma soprattutto da ex giallorosso, Garcia non ha dubbi: «Fare il tifo, o avere una squadra nel cuore, non significa disprezzare gli avversari; spero che, in un futuro non molto lontano, si possa arrivare a rispettare gli avversari. Io rispetto i tifosi della Juve e non ho mai avuto rimpianti per il gesto del violino a Torino». Infine, parlando di quando allenava Balotelli, ammette che «Mario è una persona particolare, da scoprire, con sentimenti particolari. È uno dei giocatori più forti che abbia mai visto, poteva fare meglio, ma non è come la gente può pensare. Spero riesca a salvare il Brescia».
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Il Messaggero