Le indiscrezioni estive, da qualche ora, sono diventate verità. Si diceva, nel mese di giugno, che la Roma aveva dato l’ok definitivo alla cessione di Nainggolan...
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Ecco perché la sua prestazione al Bernabeu, al di là di come siano andate le cose, deve essere valutata solo in prospettiva. Con tutte le precauzioni del caso. E senza dimenticare che Nicolò, nato nel luglio del ‘99, si è messo in mostra giocando da trequartista talvolta addirittura da seconda punta o falso nueve, mentre davanti ai campioni d’Europa si è presentato e mosso da mezzala.
UNA STRANA TIMIDEZZA
Non senza difficoltà, a dire il vero, fino al cambio con Pellegrini. Ma non soltanto per negligenza propria. La Roma, praticamente da subito, è stata in balia del palleggio dei blancos, e Zaniolo non è riuscito a tamponarlo esattamente alla pari dei suoi colleghi. Roma timida, a dir poco impaurita, passiva, incapace di mettere in fila due, tre passaggi di fila e con una fase difensiva ridotta ai minimi termini. Una piccola squadra di provincia a casa della prima della classe. In certi casi, però, ci devi mettere qualcosa che viene da dentro, almeno uno straccio di anima per non fare la figura dello sprovveduto. La Roma, è triste dirlo, non ci ha messo niente. Con tanti, troppi giocatori spettatori non paganti. Se per la Roma doveva essere la partita della svolta, o quantomeno della ripartenza, è stata invece la conferma che i problemi sono parecchi e manco piccoli. Certo, la Roma non ha affrontato una squadra di mezza classifica della Serie A ma i campioni d’Europa, e questo non va dimenticato. Ma la prestazione (prestazione?) è stata peggiore di quanto dica il risultato. E la cosa fa davvero tristezza.
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Il Messaggero