«Ho scelto la Roma perché voglio tornare a sentirmi importante». Sono state le prime parole pronunciate da Pastore al suo arrivo nella capitale....
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DIFFICOLTÀ TATTICHE
I due mediani sono infatti De Rossi e Nzonzi che forti di mille qualità (interdizione, esperienza, capacità di leggere l’azione, fisicità) difettano in velocità. Dote che non possiede nemmeno Pastore. Immaginare quindi un 4-2-3-1 con il trio già citato, più tre attaccanti (Under-Dzeko-El Shaarawy) è tanto affascinante quanto pericoloso. La Roma può permetterselo con il Frosinone o con altre squadre di bassa classifica ma difficilmente lo può riproporre nei big match. Perché finché la palla è dei giallorossi è una gioia per gli occhi, ma quando finisce tra i piedi degli avversari chi corre? Chi recupera il pallone alto visto che Nzonzi e De Rossi tendono entrambi ad abbassarsi? Anche nel derby, l’avanzamento di Florenzi nel tridente offensivo non è bastato. Pastore, finché è rimasto in campo, ha rappresentato un punto di riferimento per Leiva che invece è andato in tilt quando è subentrato Pellegrini, capace anche di sacrificarsi in copertura con la squadra, in fase di non possesso, schierata con il 4-4-2. Ora tocca a Di Francesco. L’ennesima sfida in una stagione già di per sé complicata Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero