Diego Perotti ha fatto il "musino" (cit Spalletti) dopo la sostituzione di Oporto (appena espulso Vermaelen), sarà per questo che Roma-Udinese l'ha cominciata...
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A Vincenzino però è venuto un fegato così. Perotti non è quel tipo di giocatore e la sensazione è che di panchine ne farà poche, ma vogliamo credere che in questa occasione ci sia da raccontare questa favola, del punito che diventa eroe. Diego, si sa, è uno dei preferiti di Spalletti (Montella non lo era di Capello), perché ha qualità nei piedi e caratterialmente è un mostro. Uno, come dice Lucio, «sa guardarti fisso negli occhi». E la magia arriva proprio da lì, dai piedi e dagli occhi. Diego ha quello sguardo che incanta e quei piedi che cambiano la partita. Gli occhi ipnotizzano il portiere sul primo rigore, oplà, palla da una parte, il povero Karnezis dall'altra. E sempre quello sguardo fa secco il numero uno greco per la seconda volta: palla dall'altra parte e portiere da quell'altra ancora, oplà bis.
Quel secondo tiro dagli undici metri se l'è preso con la forza, strappandolo all'amico Salah, cui aveva regalato un assist al bacio proprio in quell'azione del rigore. Momo aveva corso per tutta la partita e aveva voglia di gonfiare la rete, perché il penalty se l'era procurato lui. Diego si scusa con Momo, ma intanto quel rigore non glielo ha lasciato per neinte. Mancava la ciliegina: sostituire Perotti dopo la doppietta. Gli sarebbe rivenuto quel musino. Sì, ma fra tre gironi c'è il Porto. Spalletti utilizzi lo zaino (cit sempre Spalletti) di Dzeko per contenere queste facce arrabbiate, ce ne sarebbe bisogno. Se questi sono gli effetti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero