Mettiamoci una pietra sopra. Una volta per tutte. Altrimenti si correrebbe il rischio di andare ancora avanti con una serie infinita di inutili contraddizioni. Dzeko e Schick, ora...
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IL “CINQUE” DI PACE
Non può essere solo un caso, peciò, che la Roma sia riuscita a sfondare il muro dell’Udinese nella ripresa, cioè quando in campo, lì davanti, c’era solo il Cigno di Sarajevo. Uno che ha bisogno di aria, di spazio. Che deve sentirsi il padrone dell’attacco. Un Dzeko tornato al gol all’Olimpico dopo quasi un anno di astinenza (era il 28 aprile 2018). E, al di là dei giusti rimproveri per il lungo ritardo, non poteva trovare occasione migliore per regalare una rete da tre punti alla Roma. Come era accaduto, in questa stagione, solo alla prima di campionato in casa del Torino. Un gol apparentemente facile, propiziato da un assist da libro Cuore di El Shaarawy. Cioè colui che non troppo tempo fa era arrivato addirittura alle mani con il bosniaco (ricordate Ferrara?). Stavolta nessuna pizza, solo cioccolatini. E sorrisi (non di circostanza, forse) e “cinque” dopo che la palla era terminata da mezzo minuto alle spalle di Musso.
Alla fine vince ancora la Roma e, per la seconda volta di fila, senza subire reti. Tre punti che profumano di Champions, ma che - per ora - valgono solo per l’Europa League.
Il Messaggero