Roma, taglio stipendi in stand-by. Il club in attesa di una soluzione unitaria con la Lega

Foto Fraioli
La Roma non ha intenzione di tagliare gli stipendi dei calciatori in questo momento così delicato della stagione. Il club di Jim Pallotta resta in attesa che...

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La Roma non ha intenzione di tagliare gli stipendi dei calciatori in questo momento così delicato della stagione. Il club di Jim Pallotta resta in attesa che l’emergenza sanitaria finisca prima di fare la conta dei danni economici che il coronavirus ha portato alla società. Nessuna mossa affrettata, dunque, ma solo un’analisi scrupolosa di quello che sta accadendo e accadrà senza prendere decisioni avventate. Inoltre, i dirigenti auspicano che Lega riesca a prendere una decisione unitaria sul da farsi, ma è necessario attendere la ripresa del campionato per fare una valutazione corretta su quelli che sono stati i reali danni economici. 

In un’intervista di quattro giorni fa rilasciata dall’amministratore delegato del club Guido Fienga al Corriere della Sera, il dirigente ha chiarito la posizione della società: «Serve un piano internazionale. L’Unione europea lo ha capito e ha allentato le regole di bilancio per sostenere le imprese. Lo dovrà fare anche il calcio. L’importante è non andare alla ricerca di capri espiatori. Il danno totale, una volta quantificato, dovrà essere spalmato su tutta la catena del calcio. O ci salviamo tutti insieme o non si salva nessuno. Niente sarà più come prima dopo il coronavirus, il calcio non può fare eccezione. Qui bisogna mettere in sicurezza tutto il sistema calcio, parlare solo di stipendi è riduttivo. Si può partire anche da quelli dei top manager, allora. I calciatori sono sensibilizzati, non vivono fuori da questa emergenza mondiale. Non sappiamo ancora quali saranno i valori dei diritti televisivi, le quotazioni dei cartellini dei calciatori, i nuovi criteri degli stipendi. Ci sono tante ipotesi, è probabile che si debba ripartire da un livello inferiore per tutti. Per questo c’è bisogno di chiarezza e di una visione comune». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero