Il delicato rapporto tra gol e porta inviolata: ecco perchè la Roma si mangia le mani

Il delicato rapporto tra gol e porta inviolata: ecco perchè la Roma si mangia le mani
Archiviata la giornata numero 34, e con essa il sorpasso ai danni della Lazio con il ritrovato secondo posto, la Roma dando un'occhiata alle statistiche più delicate del suo...

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Archiviata la giornata numero 34, e con essa il sorpasso ai danni della Lazio con il ritrovato secondo posto, la Roma dando un'occhiata alle statistiche più delicate del suo campionato ha mille motivi per recriminare con se stessa. Ce n'è una, ad esempio, che più di ogni altra invita la squadra, oltre che il tifoso giallorosso, a mangiarsi le mani, e cioè l'alta percentuale di partite chiuse con la porta inviolata, 17. La metà esatta di quelle giocate. Il Chelsea di Josè Mourinho, per dirne una, ieri ha vinto la Premier chiudendo il conto con 17 partite a porta sbarrata su 35. Eppure, nonostante tutto questo la difesa di Rudi Garcia non è la migliore del torneo: la Juventus ha beccato sei reti in meno. E proprio la squadra di Max Allegri è in testa alla specialissima classifica delle senzagol al passivo, 19 le gare con 0 reti incassate.


LA DIFFERENZA REALE
E, allora, ci si chiede: come mai la Juventus con 19 gare su 34 ha già vinto lo scudetto e la Roma con 17 su 34 sta ancora faticosamente cercando di chiudere al secondo posto? Ricordando che i giallorossi in quelle 17 occasioni hanno conquistato 13 vittorie e 4 pareggi (tre dei quali delittuosi, all'Olimpico con Milan e Parma più quello in casa del Chievo), la consistente diversità di rendimento tra i bianconeri e la Roma è data dalla differenza-reti, +45 per Allegri, solo +23 per Garcia (+32 per la Lazio di Pioli): la traduzione di tutto questo è che se non hai attaccanti di valore fai poco, anche se hai una difesa imbattuta una volta su due. La Roma, del resto, non ha neppure un marcatore in doppia cifra: Carlitos Tevez da solo ha segnato 20 reti, una in più di quante ne hanno confezionate Ljajic, 8, Totti, 6, Gervinho e Doumbia, 2, e Iturbe, 1, tutti insieme. Il segnale che arriva dal campionato, in pratica, è molto chiaro, e neppure inedito: alla Roma serve come il pane un centravanti vero. I 10 gol realizzati in tandem da Pjanic e Florenzi aiutano, ma Pogba e Vidal ne hanno firmati insieme quattro di più. E la coppia Llorente-Morata è a quota 13.

BOMBER? NO, GRAZIE

Garcia, e l'ha confermato anche sabato scorso, continua a ripetere che non gli serve un attaccante da 20-25 gol a campionato, preferendo averne 5 da 5 reti ciascuno: sarà, ma se il Verona di Toni, 18 reti, non avesse terminato solo 7 volte la sua partita con la porta inviolata (d.r. -17) forse oggi si starebbe giocando l'Europa. Conta più far gol che non farseli fare, insomma.
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Il Messaggero