Cagliari vuol dire Daniele Verde, quando esordì con la maglia giallorossa e la Roma vinse al Sant’Elia nel gennaio del 2015; Cagliari vuol dire pure l’esordio...
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Tornando ai giovani: con tutte queste assenze sono sempre più una necessità, non (ancora) una scelta filosofica, come era intenzione della società, visto il mercato fatto la scorsa estate. Il finale di anno è tosto, Eusebio vorrebbe giocare le cinque partite da qui al 29 dicembre con tutti a disposizione, ma non sarà possibile. Pellegrini se va bene torna dopo Natale, Dzeko corre verso la Juve e la stessa speranza accompagna De Rossi ed El Shaarawy (più Coric). Nel frattempo si rivedono Perotti e Pastore, che a Cagliari andranno inizialmente in panchina: non hanno i novanta minuti nelle gambe, lo si è capito dallo spezzone contro l’Inter. Sta meglio Javier di Diego. Gli uomini sono contati, resta poco, ma comunque abbastanza per non fermarsi ancora e per ripetere la convincente prestazione vista contro l’Inter, anche se giochi contro una squadra che in casa è imbattuta. Quella sera la squadra ha annullato i difetti cronici in un colpo solo: si sono riviste personalità e continuità, soprattutto la squadra non è crollata di fronte alla prima difficoltà. Sono queste le caratteristiche che il tecnico vorrebbe vedere sempre, ma fino a ora non è riuscito a regalarle alla squadra, che si è espressa dignitosamente solo in Champions. Ma la Champions della prossima stagione va conquistata e per ora è lontana cinque punti. Da qui alla sosta natalizia le cinque partite chiave, Cagliari, Genoa, Juventus, Sassuolo e Parma, in trasferta oggi, allo Stadium e al Tardini. A Capodanno capiremo. Molto parte dalla sfida di oggi: per arrivare alla vittoria non serve la preghiera (citando Di Francesco), ma volontà, attenzione. La squadra deve migliorare: gli attaccanti devono cominciare a fare gol, i centrocampisti devono imparare a proteggere la difesa e i difensori devono evitare errori come quello di domenica scorsa (gol di Icardi su azione di calcio d’angolo). E la Roma deve tornare a vincere fuori casa, un successo che non arriva dal 6 ottobre scorso, a Empoli. La squadra di Di Francesco deve vincere l’anemia esterna: fuori casa ha segnato solo sei reti, un quarto di quelle complessive. Solo una volta ha realizzato più di una rete, proprio a Empoli e in due occasioni, Bologna e Udinese, è rimasta a secco. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero