Roma, rotta verso la meta: le cinque partite per la verità

Roma, rotta verso la meta: le cinque partite per la verità
Cagliari vuol dire Daniele Verde, quando esordì con la maglia giallorossa e la Roma vinse al Sant’Elia nel gennaio del 2015; Cagliari vuol dire pure l’esordio...

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Cagliari vuol dire Daniele Verde, quando esordì con la maglia giallorossa e la Roma vinse al Sant’Elia nel gennaio del 2015; Cagliari vuol dire pure l’esordio di Elio Capradossi al posto di Manolas, che si fa male nel riscaldamento dell’ultima sfida in Sardegna, lo scorso maggio. Cagliari, insomma, vuol dire tappa per i ragazzi, e anche oggi di ragazzi ne vedremo in campo alla Sardegna Arena. Stavolta Manolas ha pensato bene di farsi male (ha preso una botta) con qualche ora di anticipo rispetto all’inizio della partita: infatti Kostas è in fortissimo dubbio e Di Francesco perderebbe così uno dei migliori giocatori, allungando terribilmente la lista degli assenti. Il vero problema di questa trasferta è proprio nei centrali di difesa, visto che Fazio è reduce da un infortunio e oggi dovrà contrastare il miglior colpitore di testa della serie A, Pavoletti. Toccherà a Marcano affiancare l’argentino. Quel Marcano sparito dai radar dalla sconfitta con la Spal: ha giocato titolare, oltre che contro i ferraresi, anche con Milan e Bologna, e con Frosinone da subentrato. La presenza di Marcano dipenderà da Manolas. Di Francesco tra i convocati ha inserito anche Riccardi (2001) e D’Orazio (2000). L’emergenza chiamerà rinforzi: la Roma pensa di rinforzare il centrocampo con Julian Weigl, che nel Dortmund gioca poco. Monchi ha proposto il prestito di un anno e mezzo.

WEIGL NEL MIRINO

Tornando ai giovani: con tutte queste assenze sono sempre più una necessità, non (ancora) una scelta filosofica, come era intenzione della società, visto il mercato fatto la scorsa estate. Il finale di anno è tosto, Eusebio vorrebbe giocare le cinque partite da qui al 29 dicembre con tutti a disposizione, ma non sarà possibile. Pellegrini se va bene torna dopo Natale, Dzeko corre verso la Juve e la stessa speranza accompagna De Rossi ed El Shaarawy (più Coric). Nel frattempo si rivedono Perotti e Pastore, che a Cagliari andranno inizialmente in panchina: non hanno i novanta minuti nelle gambe, lo si è capito dallo spezzone contro l’Inter. Sta meglio Javier di Diego. Gli uomini sono contati, resta poco, ma comunque abbastanza per non fermarsi ancora e per ripetere la convincente prestazione vista contro l’Inter, anche se giochi contro una squadra che in casa è imbattuta. Quella sera la squadra ha annullato i difetti cronici in un colpo solo: si sono riviste personalità e continuità, soprattutto la squadra non è crollata di fronte alla prima difficoltà. Sono queste le caratteristiche che il tecnico vorrebbe vedere sempre, ma fino a ora non è riuscito a regalarle alla squadra, che si è espressa dignitosamente solo in Champions. Ma la Champions della prossima stagione va conquistata e per ora è lontana cinque punti. Da qui alla sosta natalizia le cinque partite chiave, Cagliari, Genoa, Juventus, Sassuolo e Parma, in trasferta oggi, allo Stadium e al Tardini. A Capodanno capiremo. Molto parte dalla sfida di oggi: per arrivare alla vittoria non serve la preghiera (citando Di Francesco), ma volontà, attenzione. La squadra deve migliorare: gli attaccanti devono cominciare a fare gol, i centrocampisti devono imparare a proteggere la difesa e i difensori devono evitare errori come quello di domenica scorsa (gol di Icardi su azione di calcio d’angolo). E la Roma deve tornare a vincere fuori casa, un successo che non arriva dal 6 ottobre scorso, a Empoli. La squadra di Di Francesco deve vincere l’anemia esterna: fuori casa ha segnato solo sei reti, un quarto di quelle complessive. Solo una volta ha realizzato più di una rete, proprio a Empoli e in due occasioni, Bologna e Udinese, è rimasta a secco. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero