Roma, quando Sarajevo si gemella con Utrecht

Roma, quando Sarajevo si gemella con Utrecht
Chi, se non lui? Chi, se non Edin, poteva regalare alla Roma la prima soddisfazione del campionato? Chi, se non il giocatore più forte a disposizione di EDF, poteva segnare...

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Chi, se non lui? Chi, se non Edin, poteva regalare alla Roma la prima soddisfazione del campionato? Chi, se non il giocatore più forte a disposizione di EDF, poteva segnare un gol tanto bello quanto pesante, quando la partita stava per andarsene nello spogliatoio? Chi, se non Dzeko, poteva dare un segnale così forte all’intero campionato? Ci ha pensato lui, ed è giusto ritenere che la cosa non sia stata casuale. Perché quei gol lì, in quel momento della sfida, possono farli soltanto i giocatori che hanno qualcosa in più degli altri. Questione di dna, ma non solo. Rabbia, forse. Anzi, rabbia sicuramente considerata la sua esultanza dopo aver visto che il pallone era terminato alle spalle di Sirigu. Aveva colpito l’esterno del palo, poi anche un palo pieno e, al terzo tentativo, ha fatto centro, ricamando con il sinistro un pallone arrivato dalla destra, mittente Justin Kluivert. Che, teoricamente, in quel momento doveva trovarsi a sinistra e che, invece, se ne andava a spasso per conto suo in ogni angolo del campo, finendo con il chiudere l’azione a destra. Un destro a destra? E gol della Roma? La conferma che si può giocare anche con un destro a destra, a patto che il giocatore in questione sia valido. E Kluivert, non soltanto ieri, l’ha (già) dimostrato ampiamente.


NULLA DI CASUALE

La Roma, grazie a Dzeko, ha vinto una partita rognosa che ha anche rischiato di perdere per errori, vistosi assai, di alcuni suoi protagonisti. Ecco perché occorre tenersi stretto il successo, ma senza dimenticare di analizzare - senza esclusione di colpi - ciò che non ha funzionato. Se non altro, la Roma ha dimostrato di avere una rosa in grado di garantire all’allenatore la possibilità di continue variazioni, sia tecniche cha tattiche. Anche all’interno della stessa partita. Come accaduto ieri a Torino. Perché la differenza vera alla fine la fanno i giocatori bravi. Tipo Dzeko, insomma. «Uno dei tre gol più belli della mia carriera», il suo commento. Un gol alla van Basten, ecco l’etichetta. Del resto, Edin è o non è il Cigno di Sarajevo? O, a questo punto, di Utrecht? Quindi perché stupirsi più di tanto per una giocata che resterà per sempre negli occhi e nel cuore dei tifosi della Roma. La squadra di Di Francesco doveva dare una risposta immediata a Juve e Napoli, e l’ha fatto. Non senza soffrire, ma portando a casa i tre punti. Con l’ennesimo 0-1 in trasferta che sta diventando un marchio di fabbrica di EDF. Ma, scusate, non era uno zemaniano integralista? Quante chiacchiere inutili... Una risata di Dzeko vi seppellirà. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero