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Da Roberto e Romelu. Passando per Abel e Gabriel. Nel mezzo Francesco e Vincenzo. I numeri 9.Gli attaccanti. Quelli che muovono i sogni dei tifosi. Finalmente quel vero attaccante dopo Tammy, infortunato e convalescente, ce lo ha José Mourinho, che lo aspetta a Trigoria, per farlo diventare un grande della Roma. Romelu come i suoi predecessori. Lukaku come Pruzzo, il primo di questa lista.
Decennio storico
Dieci anni di Roma dal 1978 in poi. Dieci anni di amore per Roberto Pruzzo, che si è pure cucito lo scudetto sul petto. Cosa che pochi, da queste parti, si possono vantare (purtroppo) di avere fatto. Non solo il tricolore, ma anche quattro Coppe Italia, mica male. Oltre quarant'anni fa arrivò alla Roma per 3 miliardi più il prestito di Bruno Conti. Una cifra folle allora, sicuramente più alta rispetto all'affare chiuso dai Friedkin.
Dall'Argentina
Il primo argentino a volare sotto la Sud è stato Abel Balbo, voluto da Mazzone, che la Roma prese dall'Udinese. In 149 partite di Serie A riuscì a mettere a segno 78 gol. La sua è stata una doppia avventura in giallorosso, con il sogno scudetto - da gregario - del quale anche lui si può fregiare. Chi invece, lo scudetto, lo ha vinto da protagonista è stato Gabriel Omar Batistuta.
Vincenzo e Francesco
Insieme a Gabriel ha giocato Vincenzo Montella. Con Delvecchio si giocava ogni settimana il posto, ma poi in campo ci andava sempre lui. Ha segnato contro il Parma, in quella storica partita tricolore, ha vinto con la Roma. Così come ha vinto Totti, che proprio un centravanti non era ma che soprattutto con Spalletti quel ruolo lo ha fatto. Lì davanti, a disegnare calcio. Non solo giocate di prima - quante ne ricordiamo - ma gol, di rara bellezza. Tanti. Stupendi. Il Capitano.
Dzeko come Romelu
Nel 2015 l'aereo che doveva portare Dzeko a Ciampino è stato dirottato a Fiumicino. Troppe persone, traffico in tilt e città attaccata a Roma mandata letteralmente al manicomio. Si decise per il cambio di strategia, perché erano tutti ad aspettare il bosniaco. Con la Roma Edin per quello che è stato il suo splendore ha vinto poco. Qualcuno lo rimpiange ancora adesso. Di certo il debutto è stato il marchio di fabbrica: gol di testa, alla Juventus, subito, con Buffon battuto e Chiellini che nemmeno è riuscito a saltare. Bello. Ma poco vincente. Da queste parti siamo certi che adesso si accontenterebbero di qualcuno meno appariscente ma che possa portare i trofei. Magari con qualche gol messo lì, al punto giusto, quello decisivo. Tocca a Romelu Lukaku adesso.
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