«È impossibile paragonarsi a Totti. Nessuno al mondo può farlo. A questo grande uomo e grandissimo calciatore si deve portare rispetto». Firmato Miralem...
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Dopo aver elogiato Totti e la sua storia in giallorosso, il centrocampista bosniaco si è soffermato sull'annata della Roma, non esattamente in linea con le premesse di inizio stagione. «Abbiamo cominciato molto bene. L'obiettivo era di vincere lo scudetto - confessa Pjanic -. Ovviamente questa impresa è molto difficile con una Juventus che ha una squadra molto buona, anche se loro hanno iniziato malissimo. A un certo punto ci siamo trovati con un grande vantaggio di 15 punti su di loro però abbiamo avuto questo buco nero a metà stagione e abbiamo buttato via molti punti. La Juve ha rimontato con una serie incredibile ed è tornata in vetta. Noi non siamo riusciti a giocare bene con continuità per rimanere primi». Il traguardo da tagliare adesso è quello della qualificazione all'Europa che conta. «Abbiamo ancore tre partite e dobbiamo giocarle al meglio possibile - aggiunge il centrocampista bosniaco -. Sicuramente proveremo a finire almeno al secondo posto. Tutti volevamo molto di più però credo che ci dovremo accontentare della seconda piazza e della Champions League l'anno prossimo». A livello personale, poi, Pjanic ammette che «per me è questo stato un anno molto buono. Guardando le statistiche credo di aver fatto un passo in avanti, non solo sul piano del gioco, ma anche un passo importante nella carriera. Questo credo che sia normale. I frutti vengono con gli anni e l'esperienza. Adesso posso gestire al meglio le mie capacità durante tutto il campionato». «Questa stagione ho iniziato bene. Volevo vincere lo scudetto o la Coppa Italia, purtroppo non ci siamo riusciti e spero che lo faremo in futuro. Per quanto mi riguarda credo che posso ancora migliorare, però sono contento di non aver avuto infortuni gravi e grazie a Dio ho giocato una stagione a buon livello» conclude.
EDIN DZEKO
«Sicuramente da un punto di vista calcistico il mio primo anno qui è stato un pò più difficile di quello che mi aspettavo.
Il Messaggero