La Roma è di nuovo a 4 punti dalla Juve. Non spreca, dunque, la chance per riavvicinarsi ai campioni d'Italia: 3 a 2 contro il Pescara, risultato sofferto e in bilico...
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CENTRAVANTI SCATENATO
Come giovedì in Europa League, la differenza l'ha fatta Dzeko (già 17 gol con la Roma e 20 stagionali contando pure i 3 con la Bosnia) che adesso è capocannoniere, da solo, con 12 reti. E' il simbolo della Roma che ha il miglior attacco del torneo, 33 gol in 14 partite (50 nelle 21 gare giocate in 3 mesi e mezzo), e che dietro continua a subire reti gol, a prescindere dall'avversario che incontra. Non ne ha incassati solo in 5 partite: contro l'Udinese, il Crotone, l'Empoli, il Bologna e, in coppa, contro l'Astra Giurgiu. La fase difensiva è da migliorare. Contro il Pescara, con De Rossi inizialmente in panchina e Paredes fuori in mattinata per un trauma alla caviglia, Spallatti ha schierato, per la prima volta da titolare in campionato, Gerson. Che, però, non è ancora pronto per giocare in quel ruolo. Lento, leggero e scolastico.
RIPRESA ANGOSCIANTE
Il Pescara, passando dal 3-5-2 al 4-3-2-1, è rientrato in partita nella ripresa con il gol di Memushaj. Spalletti ha subito inserito De Rossi e tolto Nainggolan, alzando Gerson da trequartista. Perotti, migliore in campo anche per i 2 assist a Dzeko, ha chiuso il match: atterrato da Crescenzi, ha trasformato il rigore (9° stagionale e 8° in campionato) del 3 a 1. Dentro Totti per Gerson, ma la Roma ha fatto lo stesso una gran fatica nella gestione della gara. L'ex Caprari ha segnato prima della mezz'ora, spaventando il pubblico dell'Olimpico che ha fischiato la prestazione scadente e fiacca dei giallorossi. Nel recupero in campo anche Vermaelen per Salah. Per mettere in cassaforte questo successo preziosissimo.
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Il Messaggero