Con Trigoria aperta per pochi intimi (out gli 8 ‘nazionali’ e i dirigenti Fienga, Zubiria e Calvo a rapporto negli Usa da Pallotta), Pastore con una mano fasciata...
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Se è vero che ha permesso a Fonseca di rilanciare Kluivert, Perotti nel gioco del tecnico è un tassello fondamentale. La Roma, infatti, è una delle squadre che ama maggiormente tentare il dribbling per creare la superiorità numerica. I giallorossi, in serie A, sono terzi (in compagnia di Napoli e Sampdoria) dietro alla Fiorentina (100) e al Milan (98). Ottantatré i tentativi: 40 riusciti, 43 sbagliati. Della serie: soltanto un dribbling su due va in porto. Per questo motivo, l’argentino è fondamentale. Non avrà più la media del Siviglia (5.2 a partita) e forse nemmeno quella del periodo genoano (3.9), ma nella Roma rimane l’elemento più efficace nell’uno contro uno (quasi 3 dribbling di media in campionato, addirittura 4.1 nella Champions 2017-18). Una panacea per un attacco che ha subito un’involuzione, passando da una media di 3 reti nei primi 4 match a 1 nei successivi 5.
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Il Messaggero