Borja Mayoral, gol e assist in stile Dzeko e quella “mitraglia” che ha ricordato Bati

foto Mancini
Stavolta ha convinto. Senza se e senza ma. Il 3-0 al Parma regala per...

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Stavolta ha convinto. Senza se e senza ma. Il 3-0 al Parma regala per la prima volta un Mayoral decisivo. Nella prestazione (un gol e un assist) ma soprattutto si è visto finalmente un attaccante integrato nel gioco della squadra. Quello che era mancato nelle prime uscite. Perché anche con il Cluj, quando aveva segnato una doppietta in Europa League, l’ex Real era sembrato per lunghi tratti avulso dai compagni, in difficoltà a dover ricoprire il ruolo di vice Dzeko. Ieri no. Attento, volitivo, combattivo quanto serve, come ad esempio nello strano ma alquanto efficace assist a Mkhitaryan per il raddoppio. E poi il gol, di bellezza rara. Dal no-look cestistico di Spinazzola al taglio dietro Bruno Alves dello spagnolo. Per non parlare del tocco di sinistro, felpato quanto basta per non lasciar scampo a Sepe con un’esultanza (la mitragliatrice, appena accennata) che a qualcuno avrà riportato indietro negli anni del terzo scudetto. Nel post-gara, Borja Mayoral appare finalmente sollevato: «Sono qui solo da un mese e mezzo ma mi sto adattando bene, sento la fiducia del tecnico. Quando i compagni in una squadra nuova ti accolgono in questo modo è tutto più facile. Sto migliorando, sento il supporto della squadra ed è molto importante». I numeri sono dalla sua parte (3 reti in 5 gare), le prestazioni - sino a ieri - un po’ meno. Quella con il Parma potrebbe rappresentare la chiave di volta. Al di là del gol. Spesso e volentieri, pur non avendolo nel dna, Borja è retrocesso, cercando di giocare di sponda per i compagni, favorirne gli inserimenti, allargare la difesa del Parma, per poi cercare la profondità negli spazi. E rispetto al passato c’è riuscito. «I gol per un attaccante sono sempre importanti. Le difese italiane sono molto forti, sto cercando di migliorare per cercare sempre la porta, attaccare gli spazi e combinare il gioco basso con i compagni per poi andare in profondità. Giocare con Pedro e Mkhitaryan? Certamente aiuta». Si dimostra anche umile. Qualità da non sottovalutare. 

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Il Messaggero