La notte di San Siro sarebbe potuta restare nella storia della Roma. Non per i quattro gol rifilati dai giallorossi al Milan o per il record di reti in carriera di Dzeko, ma...
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Da Boston Jim Pallotta si è gustato il poker di San Siro che avvicina sempre più la Roma all’obiettivo secondo posto: «È stato molto bello vedere tutti i tifosi applaudire Totti e la sua mostruosa classe, ma la squadra viene sempre prima di tutto. L’allenatore ha fatto il cambio giusto, perché stiamo combattendo per l’accesso alla Champions League. E comunque se avesse messo Totti gli ultimi cinque o sei minuti qualcuno avrebbe detto che non sarebbe stato rispettoso», ha detto il presidente giallorosso a Il Messaggero. Pallotta, dunque, giustifica la scelta del suo tecnico di far entrare Bruno Peres e lasciare in panchina Totti a meno di 10 minuti dal fischio finale e sul 3 a 1. La possibilità dell’addio di Spalletti a fine stagione si concretizza ogni giorno di più e qualche responsabilità andrebbe cercata anche nei mezzi di comunicazione: «Non potrei biasimarlo se dovesse lasciare la Roma, perché i media scrivono sciocchezze ogni settimana», tuona il numero uno di Trigoria. Ieri, però, l’allenatore ha evidenziato che la dirigenza non ha provveduto a risolvere il “problema” Totti: «Aspettate la fine della stagione perché avrò molto da dire, vi racconeterò tutta la storia», promette Pallotta. Anche se tra 20 giorni alcuni segreti saranno svelati, nulla ridarà a Totti la possibilità di applaudire e ringraziare gli appassionati di calcio a San Siro, teatro di decine di battaglie. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero