Pallotta non vende la Roma, tifosi infuriati: «Gestione ridicola, adesso basta»

James Pallotta
Ascoltando gli umori della piazza romanista attraverso alcune radio...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ascoltando gli umori della piazza romanista attraverso alcune radio locali specializzate, sembra di tornare a più 10 anni fa quando la presidente della Roma era Rosella Sensi e i tifosi non aspettavano altro che il club passasse di mano per vederlo trionfare in Italia e in Europa. Oggi lo scenario è molto simile, se non aggravato dalla delusione di tutti gli appassionati che sotto la presidenza Pallotta non solo non hanno mai esultato per un trofeo, ma hanno visto due simboli come Francesco Totti e Daniele De Rossi abbandonare la società tra critiche e aspre polemiche. Ad aggravare la situazione l’indebitamento finanziario di 278,5 milioni di euro che lascia presagire scenari catastrofici (cessione dei giovani più forti, ridimensionamento, indebolimento della rosa) in caso di mancata qualificazione alla prossima Champions League. Un insieme di situazioni che ha dato il via alla protesta degli ultras ieri davanti alla sede del club all’Eur in viale Tolstoj dove sono stati attaccati due striscioni che recitavano «Pallotta, Baldini e Baldissoni… La Roma non si risana con le cessioni», «Se non sei in grado di tutelare i nostri campioni… Vai fuori dai cog****i! Pallotta go home!». Il rifiuto di Pallotta all’offerta di 575 milioni del magnate Dan Friedkin per l’acquisizione dell’intero pacchetto societario, ha scatenato la protesta anche in radio e nei social, ed è proprio in questi ultimi che la “shit storm” ha colpito l’imprenditore di Boston: «Basta con questa gestione ridicola», «Cambiando 7/8 giocatori l’anno per fare cassa, non si farà mai un gruppo coeso», «È nella mentalità di questa società non voler crescere, ma solo monetizzare» e così via. Il tutto condito da insulti non ripetibili. Insomma, la tensione in casa Roma si taglia con il coltello, anche i dirigenti della società sono rimasti delusi del rifiuto di Pallotta perché operare sul mercato in condizioni di precarietà sarà molto complicato. Il futuro, al momento, è nelle mani di Fonseca e la squadra che hanno la responsabilità di centrare il quarto posto sia per non vedere il parco giocatori depauperato che per dare speranza ai tifosi, ormai stanchi della gestione Pallotta.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero