Roma, Pallotta: «Non si può essere marchio globale senza stadio»

Roma, Pallotta: «Non si può essere marchio globale senza stadio»
Da Londra il presidente della Roma Jim Pallotta pensa in grande. Prima di incontrare la dirigenza per confrontarsi sui temi che riguardano squadra e allenatore, si è...

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Da Londra il presidente della Roma Jim Pallotta pensa in grande. Prima di incontrare la dirigenza per confrontarsi sui temi che riguardano squadra e allenatore, si è concesso qualche ora per partecipare al meeting 'Leaders in Sport' in cui ha raccontato la sua esperienza nel progettare un nuovo stadio per il club: «Non puoi essere un brand globale senza uno stadio di proprietà. Vogliamo essere il secondo club preferito di tutti. Ci sono 3 miliardi di tifosi di calcio nel mondo, e se io riuscissi a portare anche soltanto l’1% a tifare per la Roma come seconda squadra, sarebbero 30 milioni di tifosi. E se spendessero anche soltanto 5 dollari a testa, ci sarebbe un ricavo di 150 milioni di dollari. Tutti a Roma vogliono questo stadio tranne forse i tifosi della Lazio, ma ci potranno giocare una volta a stagione», ha detto il numero uno giallorosso. 


In attesa che venga costruito, però, la Roma giocherà all’Olimpico innovato recentemente (anche grazie alla Roma) per garantire la sicurezza dei tifosi: «Chi ha mai assistito ad una partita in Italia? Sapete com’è un derby tra Roma e Lazio? Nel Nord Italia non litigano molto, ma al Sud come Napoli e Roma i problemi di sicurezza sono davvero significativi. Circa un anno e mezzo fa, siamo andati dalla polizia, mi sono seduto ad un tavolo e ho chiesto “Perché non arrestate queste persone?’”. Lui mi ha risposto “Permettimi di farti vedere perché”, e mi ha aperto questo fascicolo pieno di persone che avevano commesso qualcosa, ma c’erano soltanto immagini sfocate. Quindi abbiamo chiesto se potessimo portare telecamere ad alta definizione all’interno e le abbiamo comprate noi, anche se non siamo i proprietari dello stadio, per iniziare a vedere chi è che crea problemi». 

Il nuovo stadio sognato da Pallotta sarà di ultima generazione: «Stiamo passando molto tempo nel decidere che tipo di misure di sicurezza ci saranno, che tipo di riconoscimento facciale useremo. Da qui a tre anni, le cose saranno diverse rispetto ad oggi. La realtà virtuale? È bella, ma ha bisogno delle versioni tre e quattro per avere un senso». 
 
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Il Messaggero