Tre Champions e altrettante supercoppe europee, 1 Premier, 1 FA Cup, 1 Supercoppa inglese, 1 scudetto, 1 coppa Italia, 1 Supercoppa italiana, 1 Bundesliga, 2 supercoppe tedesche,...
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PASSATI INCROCIATI
Entrambi domenica riabbracceranno il loro passato. Ancelotti strizzando l’occhio a Roma e alla Roma, che lo ha amato come calciatore e più volte lo ha sognato come allenatore. Ranieri farà altrettanto con il Napoli, del quale tempo fa ha tracciato un affresco splendido: «Con mia moglie abitavamo al Vomero. Dormivamo con le tapparelle aperte e ci svegliavamo per forza alle sei, con la prima luce del sole, per goderci lo spettacolo della città e del mare». Esperienza, che come spesso è accaduto nella sua carriera, ha visto un primo anno positivo (quarto posto nel post-Maradona e qualificazione alla coppa Uefa) e un secondo in salita (esonerato). La Roma per Ancelotti è il secondo avversario più affrontato in carriera. Trentadue le gare contro i giallorossi: 11 vittorie, 12 pareggi e 9 sconfitte. Ranieri, invece, ha incrociato il Napoli 20 volte: 10 successi, 3 pari e 7 ko.
IDENTITÀ DA TROVARE
Tra i due c’è stima reciproca: «È entrato per sempre nella storia», le parole di Ancelotti dopo l’exploit di Leicester. Complimenti contraccambiati quando Carlo accettò il Napoli: «È un gran colpo, la serie A ci guadagna». Poi, a dicembre, ancora lodi: «Ancelotti è stato bravo a dare la sua impronta alla squadra». Quella che Sir Claudio, inevitabilmente, ancora non è riuscito a fare. Centottanta minuti sono troppo pochi per incidere. Anche perché tra infortunati e impegni delle nazionali non ha mai avuto l’intera rosa a disposizione. E non l’avrà nemmeno domenica. Se le condizioni di El Shaarawy potrebbero non essere così precarie (oggi esami), Under e Kolarov sono pronti a tornare (Pellegrini in gruppo venerdì: al massimo convocato). Sono 10 le gare che restano a Ranieri per centrare la Champions. Per Ancelotti pare invece già acquisita. Il Milan è distante dai giallorossi 4 punti (5 considerando gli scontri diretti). Per riuscire nella rimonta servirà convincere la squadra a credere in uno spartito. Dopo il 4-3-3, il 4-2-3-1 e la difesa a tre, a Ferrara il tecnico ha optato per il 4-4-2 con il doppio centravanti e due esterni molto offensivi. Un assetto che la Roma ha dimostrato di non poter supportare. Con il Napoli, servirà altro. Intanto Baldissoni è volato ad Amsterdam per l’assemblea generale dell’ECA. Domani raggiungerà Totti, Fienga e Calvo a Doha per un workshop. Il West Ham fa sul serio per Dzeko che però aspetta l’Inter.
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Il Messaggero