La Champions è sul tavolo all'Olimpico, servita all'ora di pranzo. Lo scontro diretto, alle 12,30, pesa più che in passato. Decisivo sia per la Roma che deve finalmente...
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Deludente, fin qui, il 2015. La flessione è stata improvvisa: le due squadre nel torneo scorso, al 28° turno, avevano 11 punti in più. Il calo subito dopo il 6 gennaio, quando i giallorossi conquistarono la vittoria a Udine e gli azzurri a Cesena. Il buongiorno nel nuovo anno non ha avuto l'effetto desiderato. Da lì, nelle successive 11 partite solo 14 punti per la Roma, pagati in chiave scudetto (è la distanza attuale dalla Juve capolista), e 17 per il Napoli che, nonostante l'andamento incerto, ha addirittura recuperato 3 punti ai rivali di giornata. Se Benitez ha fatto leggermente meglio di Garcia, entrambi hanno subito la rimonta delle altre. La Lazio, all'epoca terza proprio con i partenopei, ha preso 8 punti ai giallorossi e staccato di 5 il Napoli, ora quinto e superato dalla Sampdoria di 1 punto e avvicinato dalla Fiorentina sesta che è a meno 1. Per rendersi conto di quanto accaduto dalla Befana a oggi, Mihajlovic, rincorrendo dal sesto posto per ritrovarsi adesso al quarto, ha fatto 7 punti più della Roma e 4 del Napoli e Montella, partendo dalla nona posizione 8 più della sua ex squadra (stesso percorso di Pioli) e 6 di Benitez. Lo spagnolo, pur scivolato in classifica, almeno è in semifinale di Coppa Italia e nei quarti di Europa League. Al suo collega francese è invece rimasto solo l'ultimo obiettivo: il secondo posto per accedere direttamente alla prossima Champions. Ecco che i 3 punti sono quindi vitali per Rudi, anche se Rafa non vuole finire a meno 9. Il duello sarà comunque leale perché la stima tra i due tecnici è antica e a prova di risultato.
MAI AMICI IN CAMPO
Benitez per Garcia è il Maestro, unico capace in Italia di batterlo tre voltePer la verità, finora, il Napoli (3 successi al San Paolo e nessun gol giallorosso) e la Roma (2 vittorie all'Olimpico) hanno sempre sfruttato il fattore campo. Rudi andò a studiare i metodi di lavoro di Rafa quando era al Valencia. Ma, affrontandolo, solo in un caso lo ha copiato e si è messo a specchio, schierando i giallorossi con il 4-2-3-1, il sistema di gioco preferito dallo spagnolo: nel campionato scorso, gara di ritorno, la Roma fu superata di misura a Napoli (1 a 0, rete di Callejon). Il paragone è quasi impossibile: i mediani, il 9 marzo 2014, erano Nainggolan e Strootman (il ginocchio dell'olandese saltò subito: dentro Taddei), i trequartisti Florenzi, Pjanic e Bastos e il centravanti Gervinho. Di quei 6 interpreti, oggi al massimo ne ritroveremo la metà. Ma il 4-2-3-1 può essere pure oggi, e chissà se in partenza, l'idea di Garcia per la sesta sfida italiana contro Benitez. Alzando Pjanic che, il 18 ottobre 2013 all'Olimpico, regalò al francese il successo (il primo qui contro lo spagnolo) con una doppietta. Totti e Gervinho uscirono, infortunati, sullo 0 a 0. E, di nuovo indisponibili (assenti, con loro, pure Castan, Maicon, Keita, Strootman, Ucan e Sanabria), stavolta lasciano spazio a Ibarbo e Doumbia, gli acquisti di gennaio ancora a digiuno. Tocca a loro aiutare l'attacco: 11 reti nel 2015 (in 12 gare), peggio solo il Chievo con 9 e il Parma con 5 (2 gare in meno, però). Mentre Mascardi, l'agente di Iturbe, avverte: «Manuel ha avuto una stagione difficile a causa dell'infortunio. E' un campione ma non è stato capito bene dallo staff tecnico che non gli ha dato fiducia. A fine stagione, con il club e il ragazzo, decideremo che cosa fare. Ho offerte dall'Inghilterra». Torna tra i convocati Balzaretti. La sua ultima gara in A è lontanissima: Roma-Sassuolo, 10 novembre 2013. Ieri ha invece giocato il primo tempo con la Primavera di Alberto De Rossi a Trigoria (2 a 1 contro la Ternana): «L'emozione è fortissima. Ringrazio Garcia per il regalo: essere di nuovo convocato è qualcosa di veramente bello». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero