Roma, Mourinho è già in riserva

L’abbondanza di partite (5 nelle ultime 2 settimane) evidenzia la carenza di interpreti. La Roma si riscopre in riserva. Questo perché l’attuale rosa non...

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L’abbondanza di partite (5 nelle ultime 2 settimane) evidenzia la carenza di interpreti. La Roma si riscopre in riserva. Questo perché l’attuale rosa non permette gli straordinari. Incompleta secondo Mourinho che si fida ormai soltanto dei 12-13 che vanno sempre in campo, ai quali ha aggiunto ultimamente il giovanissimo Felix. Ma così la coperta rischia di diventare corta: Pellegrini, ad esempio, con il Milan ha giocato con un’infiammazione al ginocchio sinistro che lo costringerà a saltare il Bodo/Glimt (torna col Venezia). Ma non solo: Mancini, Cristante e Veretout sono diffidati. Alla prossima ammonizione dovranno fermarsi. E dopo la sosta, si riparte con il piede sull’acceleratore: altre 9 partite (tra cui Inter e Atalanta) tra campionato e coppa, prima di Natale. 


 

 

FIATO CORTO 

Mou però continua per la sua strada. Anche in Conference League, dando seguito ai propositi bellicosi post-gara in Norvegia, vuole schierare gran parte dei titolari. La difesa sarà la solita; probabile inserimento di Darboe al posto di uno tra Cristante e Veretout mentre in attacco ancora spazio a Abraham e Zaniolo. E poco importa che molti calciatori stiano palesando un’evidente flessione fisica, rispetto alle prime uscite stagionali. Karsdorp e Viña sulle fasce, Cristante e Veretout in mediana più Mkhitaryan in avanti, sono gli esempi più eclatanti. Un calo che trova conferma anche nella classifica dei chilometri percorsi dal gruppo. Nelle prime 6 giornate la Roma era sul podio della speciale graduatoria. Da ottobre in poi, è scivolata all’undicesimo posto (dati transfertmarkt.it). E non è che la squadra abbia cambiato l’approccio alle gare o il modo di giocare. L’idea di fondo rimane sempre la stessa: pressare alti, provare a rubare il pallone e verticalizzare immediatamente. Il problema è che il pressing non è più convincente come prima.

La stanchezza dei big c’è, anche se pubblicamente Mou continua a negarla. L’alibi, infatti, renderebbe più fragile lo spogliatoio che già convive con la sindrome arbitrale. Non è un caso che ultimamente la migliore prestazione sia stata quella contro il Napoli. Un pareggio arrivato dopo il turnover extralarge (9 titolari a riposo almeno in partenza) operato nella disfatta in Norvegia. Far tuttavia cambiare idea a José sulla questione epurati (Mayoral, Villar, Diawara) è impossibile. Immaginare un turnover massiccio sarà lecito soltanto nelle ultime 2 partite del girone di Conference, sempre che non siano decisive per il primo posto. In società ne hanno preso atto e consapevoli che con una rosa così scarna terminare la stagione è una chimera, proveranno ad accontentare il tecnico a gennaio con l’innesto di tre pedine: un terzino destro, un centrocampista e un centrale difensivo. Prima, però, dovrà trovare sistemazione chi da tempo non rientra più nei piani dello Special One. Un freno, anche in estate. Anguissa docet. 

 

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Il Messaggero