Roma, Mourinho e Ramos legati dal filo del telefono: il portoghese chiama lo spagnolo

Roma, Mourinho e Ramos legati dal filo del telefono: il portoghese chiama lo spagnolo
Il tam-tam continua. E questo nonostante le smentite della Roma siano ormai quotidiane. «Ramos non è un obiettivo», è il messaggio che filtrava anche...

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Il tam-tam continua. E questo nonostante le smentite della Roma siano ormai quotidiane. «Ramos non è un obiettivo», è il messaggio che filtrava anche ieri da Trigoria. Dove, però, cala l’inevitabile silenzio quando viene chiesto conto delle telefonate di Mourinho al calciatore. Indiscrezioni confermate dalla Spagna, dove la privacy tra media, club e calciatori è meno rigida di quella richiesta dai Friedkin ai propri dipendenti (i nuovi contratti prevedono una clausola apposita) e agli agenti che intendono lavorare con la società giallorossa. Una, due, tre chiamate tra lo Special One e il suo vecchio pupillo ci sono state, per quella che potrebbe restare una suggestione estiva soprattutto se in breve tempo l’ex capitano del Real dovesse trovare un top club europeo disposto ad accontentarlo. Nell’ultimo anno Ramos a Madrid ha guadagnato 11 milioni e vien da sé che al di là della decurtazione dell’importo lordo dovuto al Decreto Crescita, il suo stipendio è fuori target. Tuttavia Mourinho, al di là della frenata in pubblico, non desiste. Sa che in Spagna non resterà (ha già scartato Barcellona, Siviglia e vederlo con la maglia dei rivali cittadini dell’Atletico è impensabile). In Germania è di difficile collocazione, rimangono il Psg e la Premier. Nel caso non trovasse la destinazione gradita, le porte della Roma (a costi certamente più ridotti) sarebbero aperte. Anche ad estate inoltrata. Un’altra mission impossibile per José? Può darsi. Ma finché Ramos non firma con altri, sognare è lecito. Anche perché a Trigoria di voli pindarici, almeno per ora, non c’è traccia. 


DUE COLPI 
Pinto (che nel weekend si sposterà a Milano) per l’inizio del ritiro ha un doppio obiettivo: un portiere e Xhaka. Sono le due priorità del gm benché lo sfoltimento della rosa extralarge (Diawara piace al Milan, Under all’Eintracht, Nzonzi al Benfica, sondaggio del Real per Ibanez) e la scarsa liquidità stiano bloccando le operazioni in entrata. Sull’estremo difensore, la Roma sta lavorando su un paio di tavoli: il primo è quello più datato, relativo a Rui Patricio. L’accordo con il portoghese c’è, non quello con il Wolverhampton che chiede 12 milioni. Pinto è fermo a 7. 
I DUBBI

Uno stallo dovuto ad alcune perplessità tecniche e anagrafiche, confermate anche in questo Europeo. Due dei quattro gol subiti con la Germania, ad esempio, hanno evidenziato alcuni limiti del 33enne lusitano, portiere non certo di prospettiva che ama restare sulla linea di porta. In quest’ottica la Roma ha cercato di capire se il mercato può offrire altre opportunità. Scartati i preferiti Musso e Unai Simon per una questione di costi, si è aperta la pista-Gollini. È in rotta con Gasperini ed è in partenza. La valutazione iniziale si aggira sui 20 milioni ma il club bergamasco è disposto ad andare incontro al potenziale acquirente, favorendo formule di pagamento dilazionate. Anche sul suo conto c’è qualche dubbio, relativo stavolta alla personalità nel guidare la difesa. Compito che invece sarebbe affidato a Xhaka in mediana. Lo svizzero è il nome chiesto da Mourinho. La differenza tra domanda (20 milioni di sterline, l’equivalente di 23 milioni di euro) e offerta (15+2) non è esigua. Ora tocca al calciatore far pressione ai Gunners. La sensazione è che l’accelerazione definitiva arriverà quando la Svizzera uscirà dall’Europeo e il centrocampista tornerà a Londra. Non resta che attendere.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero