Roma-Milan 1-0: Nainggolan avverte la Juve, giallorossi da soli al 2° posto

La Roma c'è e in casa proprio non perdona: 12 successi di fila, contando anche le ultime 3 dello scorso torneo e il derby, in trasferta solo per il calendario....

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La Roma c'è e in casa proprio non perdona: 12 successi di fila, contando anche le ultime 3 dello scorso torneo e il derby, in trasferta solo per il calendario. All'Olimpico, finalmente con più presenze (41.841 spettatori, record stagionale), ha raccolto i punti (27 su 35) per lancviarsi all'inseguimento dei campioni d'Italia. Se ne accorge il Milan che, imbattuto da 5 gare (4 vittorie e 1 pari), perde lo spareggio per il 2° posto e lascia alla squadra di Spalletti il ruolo di rivale unica della Juve. Che, forte dei suoi 4 punti di vantaggio, ospiterà i giallorossi sabato sera allo Stadium. La corsa scudetto, grazie al gol di Nainngolan, è ancora aperta e rende affascinate lo scontro diretto di Torino.

 

MINIMO SFORZO
La difesa, come contro la Lazio, non prende gol. L'attacco resta il migliore, 36 reti, anche se per la prima volta, in 24 partite, ne segna solo 1. La maturità della Roma sta in questi numeri. Non più la goleada, ma la gestione. Con equilibrio e concentrazione. L'unico rischio nel primo tempo, quando Szczesny, dopo aver atterrato in area Lapadula, devia in angolo il rigore di Niang che sbaglia il 2° consecutivo. Il Milan, capace di prendersi a lungo l'iniziativa specchiandosi nell'avversaria con il 4-2-3-1, non sfrutta dunque la grande chance e lentamente esce di scena. Spalletti, prima dell'intervallo, inserisce El Shaarawy per Peres che s'infortuna in un contrasto con De Sciglio. A destra, però, va Perotti.

 

RIPRESA DECISIVA

La Roma nella seconda parte alza il rimo, con Strootman riportato sul centro sinistra e quindi più coinvolto. Nainggolan firma il successo, prendendo in contropiede Locatelli e ingannando con il sinistro da fuori Donnarumma. Lapadula non è in serata, Suso cala. I cambi di Montella non incidono: Mati Fernandez, Luiz Adriano e Honda sbattono contro il muro giallorsso, cioè contro Ruediger, Manolas, Fazio e lo stesso Emerson. Dzeko fa la differenza in ogni zona del campo con il fisico e la tecnica. Il capocannoniere si sacrifica per il gruppo. E permette a Spalletti di festeggiare il suo 150° successo sulla panchina della Roma.
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Il Messaggero