Roma, terzino destro, centrale e regista: a Fonseca non manca solo il bomber

Roma, terzino destro, centrale e regista: a Fonseca non manca solo il bomber
Non passi il principio che alla Roma serva solo un attaccante. Non è così. Serve un attaccante, il suo vice (il Kalinic della situazione, per intenderci, ma non...

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Non passi il principio che alla Roma serva solo un attaccante. Non è così. Serve un attaccante, il suo vice (il Kalinic della situazione, per intenderci, ma non necessariamente lui): due, quindi. Manca il centrale di difesa e per Fonseca non deve essere uno qualsiasi, ma uno preciso: Smalling. La partita di Verona - con la squadra che ha giocato con in porta una riserva e non Pau Lopez - ci ha detto soprattutto questo, ma in vista della sfida contro la Juve emerge ad esempio un altro genere di problema: il terzino destro. Numericamente, questo, può sembrare un falso problema, perché a coprire quel ruolo ad oggi ci sono Karsdorp, Peres e Santon. Non a casa la Roma ha cercato la scorsa settimana De Sciglio, esterno della Juventus, calciatore dal talento disperso negli anni, anche per colpa dei troppi infortuni. Fonseca, evidentemente, non si fida troppo di chi ha a disposizione, per una serie di motivi. 

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Karsdorp è apprezzabile per la sua volontà, per aver sfidato il destino, chiedendo di restare a Roma e di giocarsela come negli anni scorsi non ha potuto fare per la rottura del crociato (era arrivato già infortunato, con tanto di intervento di pulizia del ginocchio effettuato a Villa Stuart). Poi una serie di infortuni muscolari, fino al prestito al Feyenoord e il ritorno alla base. Peres, da uomo sparito, è stato rivitalizzato da Petrachi, che lo aveva preso, conosciuto a apprezzato ai tempi del Torino. Il brasiliano era caduto nella serie B brasiliana e poi è riapparso, fino a essere, della Roma, il titolare. E infine Santon, che come sappiamo, è da mesi sul punto di partenza, ma alla fine sta qui e la parte sua la fa, quando chiamato in causa. Insomma, nessuno dei tre è affidabile al cento per cento. L’esperimento Zappacosta (ieri in gol con la maglia del Genoa), ricordiamolo, non è andato bene. E oggi la Roma è al punto di partenza, con la fascia scoperta nell’abbondanza. E’ chiaro che per prendere bisogna cedere, e questo non è facile. Però è altrettanto chiaro che qualcosa di meglio, lì, si possa o debba fare. Per la fascia sinistra, la Roma si è presa un rischio: ha puntato su un calciatore forte, Spiazzola, (ceduto all’Inter a gennaio scorso) ma fragile, e un giovane di belle speranze (Calafiori). E’ una scelta, dicevamo, quindi il rischio è calcolato. Radio mercato ci ha detto in questi mesi che Fonseca avrebbe gradito anche un regista vero, visto che Diawara e Veretout hanno caratteristiche diverse. Si era parlato di Torreira, che poi è stato mollato. Anche lì ci sono calciatori in abbondanza (possibile la virata tattica, passando al 4-3-2-1), ma nessuno è un regista, un organizzatore di gioco. Non lo è Cristante, che adesso sta addirittura facendo il centrale ma lui si sente un centrocampista offensivo, di inserimento; non lo è Pellegrini, già sperimentato ad inizio della scorsa stagione in quel ruolo. Queste esigenze verranno evase nel caso in cui si presentasse l’occasione. Idea di spendere per tappare quei buchi, non c’è. Per ora. 
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Il Messaggero