ROMA A differenza dei sei personaggi pirandelliani, Maicon, Castan e Iturbe non sono in cerca d'autore ma di semplice riscatto. Alle loro spalle storie diverse che hanno...
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VOGLIA DI RIVINCITE
Ora tocca a loro riprendersi la Roma. I due brasiliani potrebbero farlo già contro l'Empoli. Per Castan sarebbe quasi la chiusura di un cerchio, iniziato 13 mesi fa proprio contro i toscani. Sabato, al netto del rientro a Verona, per Leo si prospetta un nuovo debutto, dove realmente inizierà ad essere giudicato senza sconti per le sue doti di calciatore. Nessuno ha voluto ammetterlo apertamente, ma il 22 agosto non avrebbe dovuto giocare. Quello che Maicon vorrebbe tornare a fare da sabato. Per lui è una storia diversa. C'è chi pensa che non giochi in virtù di un contratto in cui è previsto il rinnovo automatico se dovesse disputare il 70% delle gare stagionali. In realtà, come spesso capita quando si parla del brasiliano, c'è di mezzo una condizione fisica non al top. Emblema la gara col Carpi, difficilissima da giudicare. Perché se si valuta Maicon-attaccante, il giudizio è buono: un assist per Digne e la conclusione respinta centralmente da Brkic che permette a Gervinho di siglare il provvisorio 3-0. Ma se si guarda al Maicon-terzino, comprendendo dunque la fase difensiva, è ampiamente insufficiente: provoca un rigore, il gol del Carpi arriva da un allungo di Gabriel Silva che lo supera in velocità e altri 2-3 pericoli giungono sempre dal suo lato. Per Iturbe invece l'involuzione continua. Nemmeno il voltafaccia al Genoa o il gol al Frosinone gli hanno restituito la serenità. Nelle gerarchie di Garcia è tornato all'ultimo posto. Nel suo caso le chiacchiere non contano. Ha solo un modo per far ricredere gli scettici: segnare. Altrimenti a gennaio potrebbe essere lui a chiedere la cessione. Stavolta senza ripensamenti.
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Il Messaggero