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Si parte col piede giusto. Zaniolo c'è: la Uefa, infatti, ha accolto il ricorso della Roma riducendo da 3 a 2 le giornate di squalifica di Nicolò. E averlo a disposizione per Mourinho è un bel sospiro di sollievo: «È stata fatta giustizia. Al massimo doveva pagare con una gara di stop. È importante per noi, perché ci può aiutare a vincere. Non so se potrà giocare o meno. Ha un ematoma grande, vediamo come si sentirà. Mi piacerebbe averlo a disposizione». Non è pretattica. La decisione è stata rimandata a questa mattina. Ieri Zaniolo ha svolto l'intera seduta insieme ai compagni. Trattandosi di una forte contusione e non di un problema articolare o muscolare, l'ultima parola spetterà a lui. Se se la sente, gioca. Le sensazioni sono positive. E anche i segnali social vanno in questa direzione. Ieri Nicolò ha postato una sua foto con tre braccia di ferro a simboleggiare il recupero. José ci conta. Se non ce la, è pronto il baby Volpato.
Mourinho: «Non vogliamo andare in Conference, domani contro il Ludogorets bisogna vincere»
CROCEVIA
Del resto la gara contro il Ludogorets è da dentro o fuori. Lo Special le definisce da knock out, senza ritorno: «Se non vinciamo, andiamo in Conference League. Noi vogliamo invece giocarci i playoff e per farlo abbiamo soltanto un risultato, vincere. Partita difficile, perché esiste questa pressione. Ma sarà difficile anche per loro». Già pregusta un Olimpico formato Bodo o Leicester che sappia intimorire l'avversario. Con quello di questa sera sono 14 i sold-out dal suo arrivo e il 15° è già prenotato per il derby di domenica: «È una grandissima vittoria della società, è straordinaria. È il modo della famiglia romanista di stare insieme».
FIDUCIA
Stesso groppo che è venuto a lui lunedì a Verona, dopo aver visto Abraham sbagliare di tutto. Quando gli viene ricordata la smorfia, immortalata dalla tv, che fa al palo colpito da Tammy a porta vuota, José ricorre a tutto il mestiere e si nasconde dietro la sua maschera imperturbabile: «Che espressione avrei fatto? No, non me la ricordo. Arrabbiato? No, vi sbagliate... Comunque dovete sapere una cosa - confida - Ai miei giocatori dico sempre che un portiere che sbaglia una parata, un centravanti che sbaglia un gol o un difensore che sbaglia un intervento, è tutto secondario. Per me la cosa principale è l'atteggiamento, non piangere quando le cose non vanno, avere il coraggio di tornare a farle. Vi faccio un esempio. Lorenzo ha sbagliato a Empoli il rigore. Poi è ricapitato di doverlo calciare contro la Sampdoria. Non si è tirato indietro e ha segnato. Ma non ci sarebbero stati problemi nemmeno se avesse sbagliato di nuovo. Sì è vero, Tammy poteva fare due gol e invece ha colpito due pali anche se poi uno di questi è diventato un assist...Per me non è un problema. Quello c'era a inizio stagione quando non lo vedevo concentrato. Cosa si fa in questi casi? Lo si fa giocare. E dico di più, non sarei sorpreso se domani dovesse segnare...».
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Un'iniezione di fiducia come poche altre. Da fine psicologo e abile giocatore di poker, Mou ha deciso di rilanciare. Lo fa pubblicamente: quando nessuno ci crede, lui punta tutte le sue fiches su Tammy. L'uomo che lo scorso gli regalò la qualificazione con il Vitesse, il Bodo e il Leicester è chiamato a battere un colpo. Anche perché gli «squali falliti della Champions» aspettano Mou a febbraio. Appuntamento al quale José non vuole mancare.
Il Messaggero