Tutto troppo facile. Ecco cosa devono aver pensato i giocatori di Paulo Fonseca una volta messo in archivio l’uno-due firmato da Dzeko e Kolarov. Un gol, quello del...
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FORZA E SOSTANZA
Impressioni sbagliate, commentando a fine gara. A conferma che la Roma aveva pienamente la testa nella partita, e non ancora nelle spiagge caraibiche, è piombato su Firenze un secondo tempo autoritario. Implacabile. E, assolutamente non a caso, a dare forza, sostanza e tranquillità alla squadra ci ha pensato il Predestinato, Lollo Pellegrini. Un giocatore di un’altra dimensione. Uno di quelli che spesso ti fanno restare a bocca aperta, come accaduto in occasione della rete di Dzeko con il numero 7 magistrale nel servire il pallone a Zaniolo, assist-man del bosniaco. Pellegrini ci aveva provato contro la Spal, ma poi sul tabellino dei marcatori c’era finito Tomovic. A Firenze, invece, nulla da eccepire: piattone destro dopo l’ennesimo scambio con il suo amico Edin, palla in buca e Roma di nuovo avanti di due gol. Già, Edin: al Franchi, così tanto per gradire, suo il gol “spaccapartita” e suoi pure due assist-gol. Roba da fuoriclasse, in poche parole. Lui, Pellegrini, Zaniolo (suo il quarto gol fiorentino, l’ultimo romanista del 2019 e del decennio: strano...) davanti a tutti, guidati da un tecnico, Paulino nostro, che fa una fatica tremenda a sbagliare una mossa, Cioè, uomini e tattica. Buon Natale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero