Nemmeno il tempo di tirare una linea e tracciare un bilancio della stagione appena conclusa che tra poco più di due settimane (il 27), la Roma si ritroverà a...
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LE TRE W
Fare le rivoluzioni, del resto, costa. Soprattutto quando si va ad intaccare un apparato dirigenziale folto come quello giallorosso. Tolto Fienga (che ha il contratto in scadenza), le altre cariche godono quasi tutte di accordi con scadenza nel 2022. Zubiria, figura inizialmente voluta da Pallotta (che non a caso il presidente nell’intervista concessa al sito del club a giugno, ha deciso di menzionare alla pari del Ceo e di Fonseca), ha addirittura un contratto a tempo indeterminato. E se può esser fatta un’eccezione per il ds al quale verrà assegnato il nuovo corso (Petrachi non sarà reintegrato), difficile immaginare un azzeramento immediato della classe dirigenziale. Lo stesso Cavallo, braccio destro del ds salentino, a meno di sorprese rimarrà essendosi fatto apprezzare da Fienga nel lavoro di scouting che gli è stato assegnato in questa prima stagione romana. Rimpasto che rimane necessario ma che sarà diluito nel tempo. C’è un paradosso che fotografa al meglio la situazione: il vicepresidente Baldissoni, dato da più parti in uscita, ha un accordo per altri due anni. Fienga - che invece viene considerato il trait d’union tra la vecchia e la nuova proprietà - ancora pochi giorni e sarà senza contratto. Con ciò non vuol dire che non entreranno uomini di Friedkin. Già nel nuovo cda sono previste novità: le new entry più papabili sono quelle Watts - l’uomo dei conti del magnate texano - Williamson, amministratore della nuova newco costituita a Londra, e Walker, direttore delle strategie. Al momento, l’unico fuori dal club è Baldini: il contratto di consulenza che lo legava ad una delle società di Pallotta è scaduto a giugno.
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Il Messaggero