ROMA Non conta aver vinto la seconda partita di fila in trasferta; non conta aver portato a casa sei punti segnando due reti e senza beccare gol; non conta restare in scia della...
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ERRORI E ORRORI
Perché i 13 gol che sono stati già refertati in campionato non si possono, anzi non si devono dimenticare. Certo, Dzeko non può cullarsi sugli allori di quelle reti, deve dare ancora tanto alla Roma e ai suoi tifosi; deve essere sempre (più) cattivo, come implora il suo allenatore, ma - al di là degli errori (orrori...) di Udine - resta un uomo fondamentale nell'economia della seconda in classifica. Solo che sul suo rendimento non ci sono mai mezze misure, in un senso o nell'altro: se segna, è un fenomeno; se non segna, un emerito pippone da cacciare prima possibile a calci nel sedere. Il numero 9 della Roma non è, non lo è mai stato e mai sarà il miglior centravanti del mondo; è semplicemente un professionista che conosce il mestiere, e che - come tutti - può incappare in una giornata pessima. Come accaduto al Friuli. Tutto il resto sono chiacchiere, spesso pretestuose e molto spesso a tassametro. Perché nonostante Dzeko ai minimi termini la Roma ha vinto. E, se ci pensate bene, questo è addirittura un bel segnale.
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Il Messaggero