Roma, l'inno di Radja carico di rabbia

Roma, l'inno di Radja carico di rabbia
Mano sul petto, all’altezza del cuore. Sguardo fisso in terra oppure occhi socchiusi verso l’alto. Al momento dell’inno nazionale, di solito, si sta così....

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Mano sul petto, all’altezza del cuore. Sguardo fisso in terra oppure occhi socchiusi verso l’alto. Al momento dell’inno nazionale, di solito, si sta così. E’ vero, c’è stato anche chi ha voluto fare il fico e ha seguito il Canto degli Italiani con le mani in tasca (Gian Piero Ventura, Albania-Italia, ottobre 2017); ma tutto questo, per fortuna, rappresenta una triste eccezione. Perché l’inno, prima dell’inizio di una partita, lo cantano, anzi lo urlano tutti, giocatori e tifosi. Non c’è bisogno di stare in campo per farlo, insomma. Può bastare anche un bagno, ad esempio. Ed è esattamente quanto fatto da Radja Nainggolan che, escluso dal torneo, si è inventato l’inno fatto in casa. Ovviamente con immancabile video postato al volo sui suoi social. Torso nudo davanti allo specchio, mano sul petto e via con l’inno belga. Un messaggio velenoso rivolto al ct Martinez, ma anche un segno chiarissimo della sua rabbia. E di rabbia, in questi giorni Radja ne ha tanta, ma tanta davvero. E non c’entra solo il Belgio.

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Il Messaggero