Roma, l’attacco c’è ma sotto porta ancora non si vede

Roma, l’attacco c’è ma sotto porta ancora non si vede
Una Roma da under. Stavolta però il ragazzo turco prelevato in estate dal Basaksehir c’entra poco. Miglior difesa del torneo alla pari di Napoli e Inter con appena 10...

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Una Roma da under. Stavolta però il ragazzo turco prelevato in estate dal Basaksehir c’entra poco. Miglior difesa del torneo alla pari di Napoli e Inter con appena 10 reti subite, ma soltanto sesto attacco. Dzeko e compagni, nella speciale graduatoria, guardano Juventus, Napoli, Lazio, Inter e Sampdoria dal basso. Un’anomalia per Di Francesco alla quale non è nemmeno semplice dare una spiegazione univoca. Come spesso capita, se ci sono più fattori che hanno portato la Roma a non subire reti per 11 partite, ce ne sono altrettanti che l’hanno portata a segnarne appena uno in 7 occasioni e rimanere a secco per altre 4.


SVOLTA POSSIBILE
Sinora in 15 gare di campionato, la Roma è andata in gol 27 volte (14 in casa, 13 in trasferta, 15 nel primo tempo, 12 nella ripresa) subendo 10 reti (7 all’Olimpico, 3 fuori) che le garantiscono alla sedicesima giornata gli stessi punti di Spalletti della passata stagione ma con una gara da recuperare (Sampdoria). La rosa, però, garantisce diverse opzion per l’attacco, E alcune ancora da scoprire. E la squadra, di conseguenza, nella finalizzazione potrà solo migliorare. Perché Di Francesco, a differenza di Lucio, si è ritrovato sino a un paio di domeniche fa con un attacco privo del titolare (Schick) che avrebbe dovuto affiancare Dzeko e sostituire Salah. Se l’egiziano (eletto ieri miglior giocatore africano) vola con il Liverpool, è interessante ricordare che il 12 dicembre dello scorso anno, con la maglia giallorossa aveva già tagliato il traguardo degli 8 centri in campionato, che portava il totale della Roma a 35 dopo 15 giornate. Ora, togliete proprio quegli 8 gol e avrete i 27 attuali. Una prima spiegazione, quindi - oltre a quella tattica - è che visto l’infortunio di Schick, mancano i suoi gol. Ne sarebbero bastati la metà al ceco (4) e aver avuto almeno in 2-3 occasioni leggermente più fortuna (sono 13 i legni colpiti in campionato, 5 in più della Juve, 6 dell’Inter, 7 del Napoli) che la Roma sarebbe – a livello di gol segnati - in linea con nerazzurri e partenopei. 

TIRO AL BERSAGLIO

La poca prolificità, però, contrasta ultimamente con altri dati. Se è vero che ci sono state gare dove la squadra di Di Francesco ha prodotto poco (Atalanta, Torino, Genoa) è vero che nelle ultime settimane è stato un tiro al bersaglio: 37 tiri a 3 contro la Spal, 28 a 5 con il Qarabag e 34 a 12 col Chievo. Il che porta a pensare che ci sia poca lucidità in chi è demandato a fare gol. In effetti Dzeko (11 gol, 8 in campionato e 3 in Champions ma soltanto 1, quello alla Spal, negli ultimi due mesi) per l’iper-impiego appare in affanno. Schick è al rientro, Defrel non riesce a trovare continuità d’impiego per i numerosi infortuni, Under fatica ad ambientarsi mentre El Shaarawy è in linea con quanto gli viene chiesto (4 reti in campionato, 2 in Champions). Perotti, forse, è anche al di sopra (3+2), a tal punto che le sue prestazioni gli sono valse la convocazione in Nazionale. All’appello, quello sì, manca qualche gol della mediana. Sono appena 4 (2 Nainggolan, 1 Strootman e Pellegrini) e 2 segnati in una sola gara. «Bisogna essere soltanto più lucidi e cattivi sotto porta», ripete Eusebio. A Gerson saranno fischiate le orecchie. 
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Il Messaggero