Juan Jesus: «Possiamo andare in Champions e lottare per lo scudetto»

Juan Jesus (Foto TEDESCHI)
dal nostro inviato PINZOLO Juan Guilherme Jesus Nunes, noto semplicemente come Juan Jesus, brasiliano classe 1991, lo scorso 10 giugno ha compiuto 25 anni. Centrale...

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dal nostro inviato

PINZOLO Juan Guilherme Jesus Nunes, noto semplicemente come Juan Jesus, brasiliano classe 1991, lo scorso 10 giugno ha compiuto 25 anni. Centrale difensivo di piede sinistro, può giocare anche sulla fascia, è arrivato alla Roma, nel ritiro di Pinzolo da quello nerazzurro di Brunico, tre giorni fa in prestito (oneroso con obbligo di riscatto condizionato ai risultati sportivi dei giallorossi) dall'Inter, con cui ha collezionato 142 presenze (110 in serie A, 12 nelle coppe nazionali e 20 in Europa) e un gol dalgennaio 2012 a giugno 2016. Sette le convocazioni con la Seleçao


Obiettivi personali. 
«Devo ringraziare la Roma per avermi dato questa opportunità. Devo dimostrare ogni giorno con il lavoro il perché sono qui. Gli obiettivi sono andare in Champions e fare bene in campionato».

Doppio ruolo.
«Spalletti mi ha chiesto quale fosse il mio ruolo preferito, gli ho risposto centrale di sinistra. Poi se ci sarà da aiutare la squadra in altre posizioni io sono pronto». 

Che opinione della Roma in passato?
«La Roma è una squadra tosta, quando la incontravo soffrivamo sempre. I primi anni contro i giallorossi ho sempre perso. Io credo che si possa lottare per lo scudetto».

Juan e Aldair.
«Sono due centrali fantastici. Juan è sempre stato il mio idolo, l'ho conosciuto, Aldair l'ho visto poco, forse non ero nemmeno nato. Spero di fare il settanta per cento di quello che hanno fatto loro».

Il rapporto con Mancini.
«Lo ringrazio per quello che ha fatto per me. Mi sono sempre fatto trovare pronto quando ha avuto bisogno. La mia migliore stagione all'Inter l'ho fatta con Mazzarri, quando ho giocato tante partite. All'Inter ho un po' sofferto, non era facile giocare lì, ho fatto una grande esperienza che mi servirà per il futuro. Quando le cose non vanno bene, la gente cerca un bersaglio, un colpevole, in generale la squadra non funzionava, qui ho nuovi obiettivi personali, devo trovare cose nuove, nuovi stimoli. Fin ora mi sono trovato bene, ho conosciuto i ragazzi e mi stanno aiutando. La Seleçao? Ci penso, sono ancora giovane, dipenderà da quello che farò nella Roma».

Io maturo?
«Ho venticinque anni e devo fare il salto di qualità. Devo migliorare, la strada è lunga, il calcio ti insegna qualcosa ogni giorno. Non siamo macchine, sarà importante sbagliare meno possibile».

Pregi e difetti.
«Ho forza, potenza, ma devo migliorare nei movimenti difensivi. Difesa a tre o quattro? Se devo scegliere, preferisco una linea a quattro».

La prima differenza tra Spalletti e Mancini?

«Due metodi diversi, qui teniamo più la palla, giochiamo di prima o a due tocchi. Si nota anche l’intensità, la differrenza. L’Inter è il passato, è stato importante perché è stata la prima squadra europea. Devo ripartire dalla Roma, ascoltando Spalletti che mi parla e mi chiede se mi trovo bene. Ho tante cose da fare ancora».
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Il Messaggero