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Strano, ma vero: prima di pranzo la pressione sarà sull’Inter e non sulla Roma. Il verdetto del lunch match all’Olimpico diventa cruciale per Conte che, schiumando rabbia dalle narici, è stato battezzato come favorito per lo scudetto. Fonseca lo insegue, ormai da molto vicino, e recita con furbizia la parte dell’intruso. Che gli piace e anche tanto. Parte da -3 e punta all’aggancio, quasi senza farsene accorgere, per affiancare il collega al 2° posto in classifica, restando comunque in scia del Milan, e magari convincere la famiglia Friedkin a qualche rinforzo supplementare nel mercato invernale.
SCENA MUTA
«Ripeto quello che ho detto sempre. È importante per noi vincere contro i nerazzurri. Poi penseremo al resto» avverte il portoghese che, senza ancora guardare al derby di venerdì, sta attentissimo a non pronunciare quella parola ancora ingombrante per il suo gruppo. Fonseca, nonostante i 3 successi di fila, non ha dimenticato il crollo di Napoli e la ricaduta di Bergamo. Ed è infastidito di sentirsi ripetere che la Roma è forte solo con le deboli: en plein di 10 successi su 10, in attesa dello Spezia, ospite nella Capitale il 23 gennaio per chiudere la lista delle meno quotate in A. Ma proprio quei 30 punti hanno fin qui fatto la differenza.
ATTEGGIAMENTO SPAVALDO
La Roma e l’Inter, però, si somigliano. La difesa a 3, svolta per Fonseca e must per Conte, non frena il loro spirito aggressivo e propositivo. I giallorossi, a prescindere dal possesso palla, usano la qualità; i nerazzurri la fisicità. Ma entrambe le squadre vanno a colpire in profondità e il raccolto spesso passa attraverso la ripartenza. La rosa di Antonio è più ricca. Ecco perché nella primavera 2019 disse no a Pallotta, lanciando la volata al collega. «Ci saluteremo e parleremo. Non di questo, però. L’Inter ha grandi giocatori. Ma io non posso guardare solo questo. Sono una grande squadra con un’identità molto forte. E’ facile capire come giocano, difficile trovare contromosse. Abbiamo preparato la gara pensando al loro collettivo e alle loro individualità» spiega Paulo. «Queste partite si vincono grazie ai dettagli. Bisogna capire che davanti alla loro qualità non si può sbagliare. Dobbiamo essere molto rigorosi difensivamente e cercare gli spazi che vogliamo». Il portoghese, quindi, ha pronto il suo piano. «La Roma è in un buon momento, la squadra sta vincendo e ha fiducia». Il turnover dopo Crotone è in 4 mosse annunciate: spazio ai titolari del momento. Rientrano Spinazzola, Veretout, Pellegrini e Dzeko. Cristante, invece, sfida Villar in mediana. «E’ stato fondamentale ruotare, ora dobbiamo gestire bene per le tante partite che affronteremo nei prossimi 3 mesi. La squadra è pronta, ma conta che stia bene fisicamente». E, rivolgendosi ai tifosi, garantisce: «Abbiamo costruito un buon gruppo e siamo una bella famiglia. Dobbiamo ricordarcelo quando non vinciamo». La lista degli indisponibili, contando i convalescenti Zaniolo e Pastore, rimane abbondante: Mirante, Santon, Calafiori, Fazio e Pedro. Fuzato, in prestito per metà stagione al Gil Vicente e rientrato a Trigoria, sarà il vice di Lopez.
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Il Messaggero