La Roma va in altalena e, a seguirne l’andamento, ci si capisce poco. Dentro Trigoria, anche dopo il 4 a 4 di Leverkusen, è come se non fosse accaduto niente. La serenita del...
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Se per lo stato maggiore giallorosso tutto va per il verso giusto, la piazza è inquieta. Perché non si fida fino in fondo. Di Garcia e di chi lo affianca, della rosa e del mercato. La gente non sa se festeggiare la prima doppietta in Champions di De Rossi e i suoi 3 gol in 2 partite, lo straordinario momento di Pjanic, regista a tutto campo e specialista da fermo (4a punizione vincente e 5 reti stagionali che lo piazzano, come finalizzatore, davanti a tutti i suoi compagni), l’attacco che non perdona, come dimostrano i 27 gol in 11 partite, oppure se contare le false partenze e le rimonte subite, gli errori dei singoli da Skorupski in su, i gol subiti, già 18, come mai accaduto con il francese in panchina. La qualità c’è, ma spesso è azzerata dall’approssimazione. Di tutti. In campo e fuori. Perché i colpi dei campioni faranno sempre la differenza almeno quanto le lacune nell’organico.
INTERPRETI INSUFFICIENTI
La difesa ha gli uomini contati. Sulle fasce e in mezzo. L’allenatore, lo ha detto anche a Leverkusen, non può prendersela con i singoli: il reparto cambia ogni domenica, Ruediger è arrivato al fotofinish e anche infortunato, Castan non si è ancora ripreso, Manolas va in campo pure quando non sta bene perché manca l’alternativa e spesso fa con De Rossi perché l’emergenza costringe il centrocampista giocare fuori ruolo. Guardando alle fasce, l’unico terzino acquistato, Digne, deve giocare tutte le partite perché non ha il sostituto.
ADDESTRAMENTI LIMITATI
Di sicuro la doppia faccia della Roma fa discutere. Perché le gaffe individuali si sommano agli atteggiamenti non adeguati nella fase difensiva. Che è il problema più evidente. A prescindere dall’assetto e da chi va in campo, i giallorossi non conoscono i movimenti. Bisogna insistere sul lavoro quotidiano a Trigoria. Quanto fatto finora non è da Champions e, probabilmente, da scudetto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero