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José Mourinho solo contro tutti. Non una parola della società che ancora non ha preso le sue parti. Solo al comando di una Roma incerottata e in perenne emergenza. Una squadra che non può giocare con i suoi calciatori più forti: Dybala, Smalling, Llorente, Wijnaldum e adesso anche El Shaarawy. A cui si aggiungono Matic (squalificato col Monza), Celik (squalificato con l’Inter), Belotti e Karsdorp. Mezza rosa fuori nel momento cruciale della stagione in cui si concluderanno, nel giro 20 giorni, i giochi per la Champions. E se i giallorossi non dovessero centrarla? L’unica cosa certa è che si andrà incontro a un mercato lacrime e sangue per via del “settlement agreement” firmato con la Uefa. Resta, invece, un’incognita il futuro di Mourinho e Dybala.
José, con l’attacco alla sua proprietà, si è esposto in maniera netta: «Noi come società non abbiamo la forza di dire che questo arbitro non lo vogliamo». E poi una frase pronunciata prima di lasciare il salotto televisivo: «Sono con i miei calciatori fino all’ultimo minuto di questa stagione». E poi cosa succederà? Sarebbe stata la successiva e naturale domanda, ma lui non ha dato tempo all’intervistatore di porla ed è scappato. È arrabbiato, ma sta cercando la strategia migliore per stimolare una squadra ridotta all’osso. Ha preservato Wijnaldum e Dybala a Monza per usarli nello scontro Champions contro l’Inter. Perdere significherebbe dire addio, salvo miracoli, alla massima competizione europea attraverso il campionato e puntare tutto sulla vittoria dell’Europa League. Una stagione che può terminare ancora con un posto in Paradiso, oppure, diventare molto simile a l’ultima di Fonseca terminata con l’esonero del tecnico e la qualificazione in Conference League.
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