Avanti Fonseca il suo calcio spregiudicato non si discute

Avanti Fonseca il suo calcio spregiudicato non si discute
Nessun retroscena, anche perché non è necessario: è Gianluca Petrachi a raccontare il faccia a faccia avuto lunedì con Paulo Fonseca. Il ds, nella...

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Nessun retroscena, anche perché non è necessario: è Gianluca Petrachi a raccontare il faccia a faccia avuto lunedì con Paulo Fonseca. Il ds, nella settimana che introduce alla terza giornata di campionato, ha voluto confermare la fiducia all’allenatore. All’idea prima ancora che alla persona: meglio essere chiari per evitare il malizioso fraintendimento. La Roma, dopo il misero raccolto di 2 punti nei primi 2 match ufficiali, non ha mai messo n discussione il portoghese. Nel dibattito, però, è finito spesso il suo sistema di gioco. Quindi il 4-2-3-1 offensivo che, più contro il Genoa che con la Lazio, è finito sotto la lente di ingrandimento perché estremamente spregiudicato. Ma lo spirito dominante e coraggioso trasferito ai giocatori è il motivo per cui la società giallorossa ha scelto lui e non altri tecnici per affidargli la squadra dopo l’addio di Ranieri. A Trigoria e, a quanto pare, pure a Boston e a Londra sono convinti che sia la guida giusta per tornare subito in Champions.


RINFORZI MIRATI
Niente marcia indietro, insomma. «Avanti così». Petrachi ha dato forza al piano tattico di Fonseca. Ha sposato il suo stile aggressivo e propositivo. Non solo con le parole nel discorso di lunedì, ma con i fatti nella coda del mercato. Il ds ha chiuso due colpi su misura per il calcio del portoghese: Smalling, il centrale difensivo esperto e veloce, e Mkhitaryan, il trequartista di qualità e spessore internazionale. L’allenatore ha chiesto il primo in pubblico, dando la priorità all’acquisto per aggiustare la linea a quattro. L’altro lo ha semplicemente aspettato dopo la cessione di El Shaarawy e l’infortunio di Perotti. Sono gli interpreti che gli permetteranno di osare come vuole lui. Che adesso cercherà di trovare l’equilibrio per il suo 4-2-3-1. È mancato fin qui, pure nel precampionato. E lo ha ammesso ufficialmente alla fine di ogni partita. Non è il caso nemmeno di ricordarglielo, insomma. Lavora per quello e da tempo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero