Florenzi, l'ultima notte europea da capitano è quella della resa

Alessandro Florenzi e Leonardo Spinazzola (foto Mancini)
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ROMA Possibile che la storia di una capitano romano e romanista della Roma si debba concludere al termine di una deludente partita di Europa League in una fredda, umida notte di dicembre? E dopo aver confezionato il primo autogol della sua carriera in giallorosso? Il calcio, si sa, è strano ma davvero al suo interno non c’è più spazio per qualcosa che non sia soltanto tecnico o tattico? Il rischio che Alessandro Florenzi abbia giocato ieri all’Olimpico la sua ultima partita con la fascia di capitano al braccio della Roma c’è ed è concreto. Ce lo conferma radio-mercato, che raramente sbaglia. Questo perché tra lui e Paulo Fonseca non sembra esserci feeling, di alcun tipo. L’allenatore, ci mancherebbe altro, ha il diritto/dovere di fare tutte le scelte che vuole, e sotto questo aspetto sarà sempre dalla parte della ragione; ma è possibile che non si riesca a trovare una soluzione alla spigolosa faccenda? Cioè un punto di incontro che consenta a tecnico e giocatore di mantenere il sorriso e alla Roma di poter contare fino in fondo su uno che non è l’ultimo arrivato? Qui non si sta parlando del più forte giocatore al mondo, sia chiaro, ma neppure del più scarso. 

C’ERAVAMO TANTO AMATI
Il divorzio è spesso la soluzione migliore per risolvere i mali, però stavolta c’è di mezzo (anche) il capitano della squadra. E nessuno può negare che a Roma (e alla Roma) i gradi siano qualcosa di importante, addirittura di storico ricordando personaggi come Agostino Di Bartolomei, Peppe Giannini, Francesco Totti e Daniele De Rossi. Florenzi non è e non sarà mai uno dalla caratura tecnica dei suoi precedessori concittadini; se il ruolo di capitano non giocatore gli sta stretto fa bene a fare ogni tipo di valutazione per il futuro. Essere il capitano non può e non deve garantirgli un posto stabile in squadra, ma deve indurre tutti (giocatore, tecnico e società) a una serena e profonda riflessione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero