Un gol lungo due, tre, mille minuti. L'arbitro Damato mica si decideva. Dovevate esserci. In palese sbandamento i tifosi, 33 mila cuori a fare ginnastica forsennata,...
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Poi, d'un tratto, il destino si è sciolto. Gol. E, incredibile a pensarci freddamente, i tifosi impazziti a esultare per una seconda volta. Non bastava la prima, esplosa quando il pallone aveva superato la linea bianca. Dev'essere la bellezza (o l'orrore) della Var: un gol, ora, può valere due boati. La Roma, così, ha battuto il Cagliari all'estremo sussulto. A risolvere la sfida dello stadio Olimpico è stato Fazio, l'eroe della notte. Non segnava dal 9 aprile scorso: addirittura dalla sfida di Bologna della passata stagione.
Oggi, va detto, se i giallorossi possono andar fieri della migliore difesa d'Italia, molto devono al talento e alla concentrazione dell'argentino. È lui, del resto, la guida del reparto. A pensarci, anche il vicino Manolas spesso ne trae beneficio, almeno sotto il profilo psicologico. Anche questa sera Federico ha offerto una prestazione imbevuta di attenzione e di precisione, di stabilità e di solidità. Poi, ecco, è piovuto quel gol. Di petto, di mano, chi lo sa. Di certo, un gol di volontà. Tanto desiderato, in effetti, in fondo, da valere due esultanze. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero