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ROMA L'ultimo ricordo europeo è da dimenticare. Perché se dopo sabato, ancora si dibatte sulla posizione in fuorigioco di Thuram, quanto accadde al Do Dragao, contro il Porto, nel ritorno degli ottavi di Champions il 6 marzo del 2019, fa parte di quelle pagine nere che a Trigoria preferirebbero dimenticare. Figuriamoci De Rossi, che in quella partita segnò anche il rigore del provvisorio pareggio prima che Marega e Telles (nel supplementare) eliminassero i giallorossi, furiosi per il pessimo arbitraggio del turco Cakir, capace di non assegnare un rigore evidentissimo su Schick che, se trasformato, avrebbe regalato il pass dei quarti alla Roma e salvato la panchina di Di Francesco. Proprio Eusebio sarà l'avversario di domenica ma prima c'è l'andata del crocevia europeo. Nonostante Daniele dal suo arrivo abbia volentieri dribblato i paragoni con la precedente gestione tecnica, il peso del passaggio del turno è tutto sulle sue spalle. Perché Mourinho avrà anche compiuto l'impresa di qualificarsi come secondo in un girone a dir poco modesto con Slavia Praga, Servette e Sheriff Tiraspol ma nei due anni e mezzo che è stato seduto sulla panchina giallorossa, non è mai stato eliminato nei confronti diretti in Europa, vincendo la Conference e arrivando in finale a Budapest.
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RITORNO NELLA "VASCA"
Scherzo del destino, riecco il Feyenoord pass-partout per il trionfo di Tirana ma anche avversario in Europa League nella passata stagione.
DIFESA TRE E MEZZO
Da dove ripartire? Dall'ottimo primo tempo di sabato dove la sua squadra è riuscita a segnare in 45 minuti due gol all'Inter che prima della partita dell'Olimpico ne aveva subiti appena 10 in 22 partite. A dimostrazione che un altro tipo di calcio, anche con questa rosa, è possibile. Andrà certamente registrata la difesa che a breve riavrà tra le sue fila anche il campione d'Africa Ndicka. E con l'ivoriano, probabilmente nelle gare delicate sarà sempre più frequente vedere la difesa tre e mezzo con Mancini a fare il terzino destro, Smalling e Ndicka centrali e uno tra Spinazzola e Angeliñò a sinistra. Un'altra Roma ma con gli stessi obiettivi in testa: andare avanti in Europa League e qualificarsi tra le prime quattro in campionato. Leggi l'articolo completo suIl Messaggero