I protagonisti stavolta sono assenti. Fantasmi, ectoplasmi. 1) La vittoria. Che non fa più parte del vocabolario della Roma, l'ultima il 6 gennaio a Udine, un successo di...
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2) Gervinho. Perché l'ivoriano, che c'entra il povero Gervais? C'entra, perché in questo mese scarso abbiamo avuto la certezza che l'attaccante ex Arsenal è elemento indispensabile di questa Roma che non sa più giocare al calcio e nemmeno lo abbiamo scoperto stasera. E quando non riesci più a proporre, uno che corre a doppia velocità probabilmente ti toglie parecchi problemi, pur non essendo lui un fenomeno, pur non facendo parte della schiera dei campionissimi. Con Gervinho, forse, a Palermo, a Firenze, qui in casa con l'Empoli qualche punto in più sarebbe arrivato. Se Gervinho diventa (o è) l'elemento imprescindibile, non siamo messi benissimo. Tra poco l'agonia finirà, torna Gervais, accompagnato dal suo amico Doumbia, e pare che con loro arriveranno a dar manforte pure Ibarbo e Chiriches. Ma forse è troppo tardi? Se la Juve va a meno nove, si può togliere anche il forse, a meno che non si suicidi, così come sta facendo la Roma. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero